Re Federer non è più nemmeno principe

MontecarloLa sconfitta di Roger Federer ha scatenato l'inferno a Montecarlo. Qualche minuto dopo la sua uscita dal Centrale dove era stato costretto alla resa da Wawrinka per 6-4,7-5, sul Principato si è abbattuto un uragano di dimensioni inaudite. Come se gli Dei del tennis si fossero indignati per uno scivolone inaccettabile. Il Country Club ha perso il suo Re! L'ex n.1 del mondo ha cercato di minimizzare e a chi gli suggerisce che si tratti di una questione mentale, lui risponde che da giovane sul campo era irascibile. Ma non per questo intende affidarsi a uno psicologo: «Ne ho avuto uno nel 1997-98 che mi aiutava a controllare la rabbia. Poi ho capito che dipendeva solo da me». Per quanto riguarda l'allenatore, Federer sottolinea: «Il tennis è uno sport diverso dagli altri. È un gioco fatto di decisioni immediate. Non ci vuole il suggeritore». Io azzardo una ipotesi: Federer dovrebbe avere una preparazione fisica migliore. Per un campione che gioca il tennis perfetto l'essenziale è il timing. Basta un attimo di ritardo sulla palla e quel braccio divino si ridimensiona. Roger è arrivato a Nizza con l'aereo privato. Bello, elegante, abbronzato, reduce dal viaggio di nozze, nei Caraibi, ha preso alloggio all’Hermitage, albergo diverso da quelli moderni dove stanno gli altri. Per il torneo di Roma è in cerca di una stanza che abbia le pareti gialle o bianche, perché non ama contornarsi di colori scuri! A Roger piacciono la buona tavola e i bei ristoranti.

Come i campioni d'altri tempi è un uomo raffinato che raramente gira in tuta e a me ricorda tanto Pietrangeli. Difatti circa la sua crisi, Nicola ammonisce: «Diamogli tempo! Per me, è semplicemente stanco di vincere. Per me vincerà ancora».

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