Il record A Milano le famiglie più spendaccione: 2.800 euro al mese

Spende tanto, anzi tantissimo. Ben 2.871 euro al mese, il 15,5 per cento più rispetto alla media nazionale. E se quando occorre «stringere la cinghia» rinuncia all'auto nuova o a cenare fuori casa, proprio non ci sta a tagliare su telefoni cellulari di ultima generazione, viaggi esotici e giornate all'insegna dello sport. È la fotografia della famiglia media milanese, scattata dalla Camera di commercio, che ha analizzato i consumi nel corso dell'ultimo anno. Consumi che durante il 2010, l'anno che dovrebbe segnare la fine della crisi economica, tenderanno a crescere ancora. Dai dati emerge una propensione decisamente elevata alla spesa: quasi tremila euro al mese, contro i 2.484 sborsati nel resto del Paese, il 2,2 per cento in più rispetto alle altre località del Nord. Le famiglie milanesi spendono di più - il 5,4 per cento - per acquistare generi alimentari, per pagare il mutuo (79 per cento) e per curare la propria salute (5,5 per cento). Ma, quando è necessario, rinunciano volentieri a mezzi di trasporto (-22,3 per cento), ad acquistare auto nuove e a mangiare fuori casa (-44,3 per cento). Dello stipendio, la maggior parte - il 17,5 per cento - è spesa per la casa, seguita da alimentari (16 per cento), trasporti (9 per cento) e sanità (6 per cento). Questi i dati medi. Che non rispecchiano, però, la profonda differenza nelle abitudini di consumo fra centro e periferia. All'ombra del Duomo, infatti, le famiglie possono arrivare a spendere fino a 4mila euro in un solo mese. Specialmente se sono composte da dirigenti. In questo caso, infatti, il budget può sfiorare addirittura i 5mila euro. Che diventano ben 11mila nel caso delle famiglie super ricche, che a Milano sono il dieci per cento del totale. Nelle zone più periferiche, invece, la spesa raggiunge 2.700 euro al massimo, che si riducono a 2.200 se il capo famiglia fa l'operaio. Eppure neanche in questo caso a Milano si rinuncia al telefonino tecnologico, allo sport o ai viaggi. Sono questi, infatti, i settori che nel corso dello scorso anno sono cresciuti di più: per acquistare cellulari si è speso il 20,3 per cento in più, per i viaggi il 25,9 per cento in più e per fare sport il 15,6 per cento in più. Voce, quest'ultima, che riguarda soprattutto i più giovani, che a dispetto dei problemi occupazionali proprio a Milano hanno visto crescere la spesa pro capite del 9 per cento. «Nelle società opulente, come quella milanese, si tende a non distinguere più fra lusso e necessità. È per questo che beni apparentemente superflui, come viaggi e cellulari, sono percepiti come indispensabili - spiega Gualtiero Tamburini, presidente di Nomisma -.

I dati dello scorso anno rispecchiano la storia di Milano dal dopoguerra a oggi: la città più ricca d'Italia, con il reddito pro capite più elevato, nella quale si concentra la maggior parte di capitali e interessi. È per questo che la differenza nei consumi è così profonda rispetto al resto del Paese».

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