Stefano Vladovich - Andrea Cuomo
RomaTullianos? A giudicare dalle dichiarazioni dei redditi di qualche anno fa, meglio chiamarli Nullianos. I componenti di una delle famiglie più introdotte della capitale nel 2005 dichiaravano nulla o quasi. Imponibili che di certo non possono far pensare al loro patrimonio attuale. E non tutto può essere spiegato solo con la Fortuna con la F maiuscola, come l’avrebbe definita Eduardo De Filippo: la vincita miliardaria (in lire) al Superenalotto o ottenuta nel 1998 da Elisabetta Tulliani e dall’allora fidanzato Luciano Gaucci, che poi, inquisito per bancarotta fraudolenta, proprio nel 2005 sarebbe fuggito nella Repubblica Dominicana intestando a Elisabetta, dice lui, molti immobili.
Gaucci negli atti al Tribunale di Perugia, elenca tutti i beni che vorrebbe indietro dalla bionda avvocato: un attico in via Sardegna al centro di Roma di fatto sede della società Wind Rose, cinque appartamenti di varie metrature in via Conforti a Valcannuta alla periferia Nord-Ovest di Roma, con corredo di soffitte, box e posti-auto vari, un terreno con fabbricati di 2,3 ettari a Capranica Prenestina, nei dintorni di Roma, e un terreno ulivetato di 2,5 ettari a Casaprota (Rieti), quadri di autori famosi, quote societarie di società calcistiche, cinque automobili del valore complessivo di 500 milioni delle vecchie lire, gioielli e preziosi per almeno un miliardo sempre di lire.
Roba da ricchi. Anzi, da ricchissimi. Roba che un contribuente medio potrebbe solo sognare. E certo non in linea con i dati che emergono dalla dichiarazione dei redditi del 2005, che il ministro prodiano Vincenzo Visco, negli ultimi giorni del suo mandato, il 30 aprile 2008, si divertì a mettere online sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Un atto di trasparenza durato solo poche ore, prima che le proteste (dei benestanti, naturalmente) costringessero il ministro che faceva rima con Fisco a fare retromarcia. Quei file sono però stati conservati da qualche inguaribile curiosone e abbiamo potuto spulciarli. In particolare quello relativo alla città di Roma. E in particolare alla lettera T: quella di Tulliani Elisabetta, nata il 16 maggio 1972, che quell’anno denunciava con modello Unico persone fisiche un reddito imponibile di appena 6.434 euro guadagnati prevalentemente con un lavoro autonomo (codice RE) che la fredda burocrazia fiscale classifica con il codice 92200: vale a dire attività radiotelevisive. L’imposta è di 1.474 euro. A questi miseri introiti la giovane Tulliani assommava un reddito d’impresa di 27.564 euro sul quale pagò un’imposta di 10.616 euro. Per un totale, calcolatrice alla mano, di 34mila euro di imponibile complessivo e di 12.090 di tasse pagate. Né i familiari di Betty - all’epoca già ex di Gaucci, ma non ancora fidanzata di Fini, alle prese ancora con il divorzio da Daniela Di Sotto - stavano molto meglio: il papà Tulliani Sergio (nato il 25 aprile 1943), già impiegato di medio livello dell’Enel, dichiarava nel 2005 un imponibile di 26.256 euro da lavoro dipendente (codice RC), cifra sulla quale pagava 6.007 euro, senza altri redditi d’impresa o affari. Ma il caso più clamoroso è quello della mamma di Elisabetta e moglie di Sergio: la signora Frau Francesca, nata il 19 dicembre 1947 e da sempre casalinga, che inanella una serie di zeri. Niente di sorprendente per una massaia. Sorprende semmai che la donna si trasformi nel giro di poco tempo nell’arrembante titolare di una società di produzione televisiva, la Absolute television media (At Media), capace di farsi assegnare uno spazio nel contenitore Festa Italiana sull’ammiraglia della tv di Stato, Rai Uno. Dimenticabili i contenuti, non certo il prezzo pagato da mamma Rai: 1,4 milioni di euro.
All’appello manca solo il rampollo dei Tullianos (o Nullianos?):
il fratello di Elisabetta, Giancarlo, che non compare nell’elenco dei contribuenti. Proprio lui, ben noto in viale Mazzini e in boulevard Princesse Charlotte, ma nel 2005 non al fisco, almeno a quello di Roma, sua città.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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