Renata dall’ansia al sollievo «Ma è soltanto il primo passo»

La buona notizia la raggiunge attorno alle 8 di sera, quando dopo aver lasciato piazza Farnese, dove ha tastato il polso della sua gente fremente indignazione, sta raggiungendo il Palacavicchi di Ciampino, dove è attesa per uno dei tanti impegni di questa campagna elettorale che forse, per qualche ora, ha temuto davvero potesse essere fatica sprecata. In quel momento Renata Polverini ha saputo di essere ancora (o meglio: di nuovo) la candidata presidente del Pdl alle prossime regionali. Il tutto grazie al via libera dei giudici della Corte d’Appello di Roma, che dopo aver escluso martedì scorso il listino del presidente ieri hanno deciso di riammetterlo, accettando l’integrazione alla documentazione, mancante di una firma.
Un passo avanti, piccolo ma importante. Se infatti la partita grossa è quella che si gioca sulla riammissione o meno della lista del Pdl nella provincia di Roma, che rappresenta oltre il 70 per cento dell’elettorato della nostra regione, la riammissione del listino Polverini rappresentava la conditio sine qua non per riprendere la corsa alla Pisana. «Sono molto contento - dice il sindaco Gianni Alemanno -. L’accoglimento del ricorso dimostra che quelle che sembravano situazioni irrisolvibili possono essere risolte. Adesso bisogna completare l’opera e fare in modo che anche la lista del Pdl possa partecipare alle elezioni perché senza questa lista non sarebbero complete ed equilibrate». Ignazio Abrignani, responsabile dell’ufficio elettorale del Pdl, trae un sospiro di sollievo ma la tempo stesso punge la Corte d’Appello: «Non capisco perché ci abbiano messo due giorni. Comunque aspetto di leggere le motivazioni». Sollievo anche tra gli alleati dell’Udc: «L’accoglimento del ricorso - dice il segretario Lorenzo Cesa - è la dimostrazione che non esiste alcun complotto e che bisogna avere fiducia nel lavoro della magistratura».
Naturalmente ora l’attenzione si sposta sulla lista provinciale del Pdl, esclusa sabato scorso e riesclusa mercoledì, quando è stato bocciato il ricorso del partito alla Corte d’Appello. Oggi, salvo sorprese emerse dal consiglio dei ministri in calendario nella notte, sarà presentato il ricorso al Tar. Ricorso presentato ieri già dal consigliere uscente e candidato nelle fila del Pdl Fabio Desideri, che così ricostruisce quanto avvenuto sabato in via Varisco: «I delegati della lista del Pdl si trovavano prima delle ore 12, in attesa del proprio turno, all’interno dei locali antistanti la cancelleria del tribunale di Roma, ove erano in corso le operazioni di deposito delle liste elettorali e della relativa documentazione. Ciò risulta dalle registrazioni di accesso al tribunale e dalle testimonianze dei delegati delle altre liste presenti in quel momento. La fase procedimentale di presentazione della lista elettorale avrebbe dovuto considerarsi in itinere o, meglio, già conclusa».

Secondo Desideri, l’ufficio elettorale «avrebbe dovuto far integrare la documentazione piuttosto che non ammettere tout court la lista Pdl; una misura estrema non proporzionata rispetto al lieve scostamento dal termine perentorio di legge, anche in ossequio al principio di massima partecipazione alla competizione elettorale».
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