La ricerca farmaceutica ha un ruolo strategico

Si vive più a lungo e meglio. Oggi possiamo sperare di raggiungere il traguardo degli 82 anni, dieci in più rispetto agli anni '70. Merito dei progressi scientifici, ma anche della disponibilità di terapie innovative ed efficaci, che migliorano la qualità della salute e allungano la vita. Un risultato al quale l'Industria farmaceutica, da 70 anni, contribuisce con ricerca e innovazione: dall'avvio su scala industriale della produzione di antibiotici, alle prime vaccinazioni anti-polio, fino ai più recenti progressi terapeutici in diverse aree della medicina, come quella oncologica. Altrettanto importante, è l'impatto che il comparto farmaceutico, produce sull'economia del Paese. La relazione annuale della Banca d'Italia decrive il settore farmaceutico come «un'eccezione rispetto ad uno scenario manifatturiero in contrazione». L'occasione per renderlo noto è stata quella del tour itinerante «Produzione di valore. L'industria del farmaco: un patrimonio che l'Italia non può perdere», organizzato da Farmindustria, nella sede di Roche a Monza. Negli ultimi 5 anni le imprese italiane del farmaco hanno conosciuto una crescita del 44%, rispetto al 7 % della media manifatturiera. Inoltre la farmaceutica in Italia investe in ricerca e innovazione ben 1,2 miliardi di euro, con un'intensità 5 volte superiore alla media industriale. Nella classifica europea, per valore assoluto della produzione, è seconda, subito dopo la Germania. Quello dell'Italia, sottolinea Farmindustria, è un contesto nel quale, dal 2007 al 2011, le imprese del farmaco hanno avuto oneri complessivamente pari a 11 miliardi, derivanti da provvedimenti nazionali dettati dalle esigenze di finanza pubblica. Motivi che fanno crescere segnali di rischio. A partire dall'occupazione in calo dal 2006 di 11.500 addetti. Gli studi clinici sono diminuiti in Italia del 23 per cento in tre anni, più che negli altri grandi Paesi europei. Preoccupano anche gli investimenti, calati nel 2012 per la prima volta in dieci anni.

La Lombardia rimane comunque un modello di eccellenza con istituti di fama internazionale, specializzati in campi quali farmacologia, neurologia, biotech e oncologia. Gli investimenti in ricerca delle imprese del farmaco sono il 9,1 % del totale.

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