Riforme, Fini: "Inventiamo il modello italiano" Grillo: "Presidenzialismo? Ribaltare piramide"

Fini: "Opportuno ma non indispensabile che una riforma importante come quella del sistema italiano sia condivisa da un numero il più ampio possibile". Ma Schifani: "Meglio con larghe maggioranze". Grillo: "Vietare la tv ai politici"

Riforme, Fini: "Inventiamo il modello italiano" 
Grillo: "Presidenzialismo? Ribaltare piramide"

Roma - "È opportuno ma non indispensabile che una riforma così importante come quella del sistema italiano sia condivisa da un numero il più ampio possibile delle forze politiche": lo afferma il presidente della Camera Gianfranco Fini durante un incontro con gli studenti di un liceo romano. "Non si può dire 'vergogna' se la maggioranza modifica da sola una parte della costituzione", sostiene Fini riferendosi all’art. 138 della Carta. Ma per il presidente del Senato, Renato Schifani, "per le riforme istituzionali il metodo migliore è quello delle larghe maggioranze".

Referendum, quali rischi Fini ricorda che la Costituzione prevede lo scattare del referendum ove le modifiche della Carta non vengano fatte con una maggioranza frutto di una grande condivisione. "Sulla base dell’ esperienza passata - dice il presidente della Camera ricordando la riforma varata nella XIV  legislatura e cassata dal referendum - c’è il rischio che il referendum imponga 'un prendere o lasciare', visto che questo strumento non prevede soluzioni parziali. Ove ciò accada si rischia di buttare all’aria tutto il buon lavoro fatto. Per questo - conclude - bisogna cercare fino all’ultimo di coinvolgere il più possibile una maggioranza quanto più vasta".

La proposta di Schifani "Per le riforme istituzionali il metodo migliore è quello delle larghe maggioranze", ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, conversando con i cronisti a margine della sua visita di condoglianze all’ambasciatore in Italia della Polonia, nazione i cui vertici politici e istituzionali sono stati decapitati nell’incidente aereo di Smolensk. "Non vi è dubbio - ha sottolineato - che le larghe maggioranze sono sempre quelle più auspicabili, perché sono sinonimo naturalmente di riforme condivise".

"Le riforme condivise - ha detto ancora la seconda carica dello Stato - evitano il referendum che sono il segnale di un totale sforzo di approfondimento nella ricerca per individuare i modelli migliori per il paese". 

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