Islam, rifugiati e cambiamento climatico: l'agenda del Papa nel viaggio più lungo

Francesco a 87 anni dimostra di essere tornato in forma e porta i temi centrali del pontificato tra Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore

Islam, rifugiati e cambiamento climatico: l'agenda del Papa nel  viaggio più lungo
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Sembrano lontani i tempi dell'apprensione per la salute del Papa ad inizio anno. All'età di ottantasette anni, infatti, Francesco si sta sottoponendo ad un vero e proprio tour de force in questi giorni: due continenti, quattro Paesi, diversi fusi orari, trentadue mila chilometri e quarantaquattro ore di volo. Il quarantacinquesimo viaggio apostolico del suo pontificato, quello più lungo e forse più impegnativo, è iniziato lunedì scorso e finirà venerdì prossimo. Al momento Francesco si trova in Papua Nuova Guinea dopo aver lasciato venerdì scorso l'Indonesia, la prima tappa. All'appello mancano ancora Timor Est e Singapore. Asia, Oceania e poi ancora Asia. Le immagini del Papa affaticato, costretto a rinunciare a leggere omelie e catechesi o protagonista di andirivieni con l'ospedale sembrano appartenere ad un anno diverso. Nel viaggio apostolico in corso Francesco sta dando grande prova di energia.

L'Islam e rifugiati

Appena arrivato a Giacarta, Francesco ha scelto di interrompere il riposo in nunziatura nonostante fosse reduce da un volo con cinque ore di fuso orario. Lo ha fatto per incontrare un gruppo di rifugiati accolti dal Jesuit Refugee Service e dalla Comunità di Sant'Egidio locale. Un gesto in grado di rimarcare, ancora una volta, una delle priorità di questo pontificato. In Indonesia, dove vivono duecentoventi milioni di musulmani, Bergoglio ha firmato con il grande imam Nasaruddin Umar una dichiarazione congiunta all'interno della moschea di Giacarta. L'ennesimo esempio dell'attenzione che questo Pontefice ha riservato al dialogo con il mondo islamico. Nel documento i due si dicono preoccupati che "la religione sia spesso strumentalizzata in questo senso, causando sofferenze a molti, soprattutto donne, bambini e anziani" e puntano l'indice anche contro "l’abuso del creato, che è la nostra casa comune, da parte dell’uomo, ha contribuito al cambiamento climatico, comportando conseguenze distruttive come i disastri naturali, il riscaldamento globale e condizioni meteorologiche imprevedibili" sostenendo che "l’attuale crisi ambientale è diventata un ostacolo alla convivenza armoniosa dei popoli". Ma alla messa nello stadio Gelora Bung Karno di Giacarta, il Papa ha parlato anche di temi che sono quasi un tabù. Bergoglio, infatti, a braccio ha detto che "la mediocrità piace al diavolo perchè entra lì e ci rovina" e poi, in un Paese a stragrande maggioranza islamica, ha esortato coraggiosamente i cattolici presenti: "Tutti facevano chiasso per predicare il Vangelo. Mi raccomando, cari fratelli e sorelle, fate chiasso. Fate chiasso!".

Oceania e Asia

Cambiato continente ed atterrato nella cristianissima Papua Nuova Guinea, Francesco ha voluto sollevare l'attenzione sulla questione ambientale che gli sta molto a cuore e che è fortemente sentita nel Pacifico per l'innalzamento del livello dei mari. A Port Moresby Bergoglio ha invocato un'"iniziativa necessaria a valorizzare le risorse naturali e umane, in modo tale da dar vita a uno sviluppo sostenibile ed equo, che promuova il benessere di tutti, nessuno escluso". Ambiente e giustizia sociale, dunque: due temi che hanno spesso contraddistinto i documenti del suo magistero. Il suo impegno contro quella che chiama la cultura dello scarto si è vista anche nella scelta degli appuntamenti in agenda in Papua Nuova Guinea, dall'incontro coi bambini disabili e senzatetto. Ai vescovi e al resto del clero locale Francesco ha chiesto di essere vicini soprattutto a poveri ed emarginati perché "a questi fratelli e sorelle la Chiesa desidera essere particolarmente vicina perché in loro Gesù è presente in modo speciale". Oggi il Pontefice si sposterà nella non vicina cittadina di Vanimo e in quest'area periferica la sua presenza sarà un grande e inaspettato dono per la popolazione locale che vive nei villaggi e che è pronta ad accoglierlo anche con striscioni issati sulla strada. Nella settimana che sta per iniziare l'Asia tornerà protagonista dell'agenda papale prima nella cattolicissima Timor Est, già colonia portoghese, e a seguire a Singapore dove la comunità cattolica è molto dinamica.

A ottantasette anni il Papa non ha esitato a dire sì ad un viaggio di ben dodici giorni. Tornato a Roma avrà anche poco tempo per riposarsi: dal 26 al 29 settembre, infatti, è atteso in Belgio e poi ad ottobre dovrà aprire l'ultima sessione del Sinodo sulla sinodalità.

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