«Il rigassificatore? Crimine contro l’umanità»

da Bari

Da una parte ci sono l’azienda e l’ambasciata britannica che invocano il rispetto degli impegni presi; dall’altra c’è il governatore della Regione Puglia che non perde occasione per ribadire il suo fermo «niet»; in mezzo c’è Palazzo Chigi che, dopo aver dovuto ingoiare intransigenti proclami ambientalisti in campagna elettorale, adesso non nasconde l’irritazione e tenta di salvare il salvabile e scansare una stangata da centinaia di milioni di euro che l’impresa potrebbe chiedere come risarcimento per l’affare sfumato: l’ultima patata bollente è quella del rigassificatore di Brindisi che la British gas intende realizzare dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie. L’opera però ha incontrato la ferma opposizione degli enti locali: non solo il Comune e la Provincia ma soprattutto la Regione, guidata dall’ex deputato di Rifondazione comunista Nichi Vendola. Il quale, dopo aver definito il progetto «un cadavere», proprio ieri ha rincarato la dose bollando il rigassificatore come «un impianto ad altissimo rischio» che «non può essere costruito senza la valutazione di impatto ambientale».
Si tratterebbe, precisa il governatore, di un «crimine contro l’umanità». Il dissidio tra governo e Regione è roba di qualche tempo fa, ma adesso si tratta di un vero e proprio scontro frontale.

Tanto che da Palazzo Chigi (che di fatto ha già inserito quello di Brindisi fra i tre rigassificatori certi) fanno sapere che «c’è di mezzo la credibilità dell’Italia». Insomma, la miccia pugliese rischia di far esplodere un caso diplomatico e le parole di Vendola sono autentica benzina sul fuoco.

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