La rinascita del vino laziale: al Vinitaly un bronzo e 23 menzioni

Il Vinitaly non è ancora iniziato (l’edizione numero 44 prenderà il via come al solito alla Fiera di Verona domani con l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per concludersi lunedì 12 aprile) ma il Lazio si è già fatto onore uscendo a testa altissima dal 18° Concorso enologico indetto dalla società organizzatrice Verona Fiere e che tradizionalmente precede la grande kermesse enologica veronese. Una medaglia di bronzo e 23 gran menzioni il bottino riportato dalla nostra regione, che sembra definitivamente uscita da quella zona d’ombra a cui pareva condannata quando si trattava di alzare i calici. È Latina la provincia più titolata, e anche questa è una sorpresa visto che fino a qualche decennio fa il territorio pontino era una sorta di tabula rasa vitivinicola: ciò che forse ha consentito che proprio in queste terre si affermasse una sperimentazione più disinvolta che ora dà i suoi frutti: una medaglia - quella vinta dal Mater Matuta 2006 dell’azienda Casale del Giglio - e dodici gran Menzioni - sei per la stessa azienda di Le Ferriere (con il Satrico 2009, l’Antinoo nelle diverse annate 2007 e 2008, il Madreselva 2006, il rosato Albiola 2009 e il dolce Aphrodisium 2009), due per Pietra Pinta (Chardonnay 2009 e Nero Buono 2008) e per Cantine Sant’Andrea (con il Riflessi 2009 e con il Moscato di Terracina Passito Capitolium 2008), una per la Cantina sociale Borgo Santa Maria Terre d’Astura di Borgo Santa Maria (Strada del Passo 2008) e per Rosa di Cesare (Primolupo 2008). Seconda provincia più premiata quella di Roma con 5 Gran Menzioni, andate a La Rasenna per il Moss 2009; a Buttarelli per il Cesanese di Olevano Colline della Morra Roscia 2006; a Migrante per il Cesanese di Olevano Terre Olibani 2006; a Casata Mergè per il Panta Rei 2007; e a Villa Simone per il Cannellino 2002. Poi Viterbo e Frosinone con tre ciascuna: nella Tuscia premiate due volte la Tenuta Ronci di Nepi con l’Oro di Ne 2009 e con il Veste Porpora 2008, una Paolo e Noemia D’Amico con Villa Tirrena 2007; in Ciociaria sugli scudi due volte Colletonno (con il Cesanese del Piglio docg Colle Ticchio 2007 e con il Cesanese del Piglio doc San Magno 2007) e una volta Giovanni Terenzi con il suo Quercia Rossa 2008. A Casale del Giglio è andato anche il Premio speciale «Vinitaly Regione 2010» per il Lazio.
«Il Concorso Enologico di Verona Fiere è uno dei più selettivi a livello mondiale e lo dimostra il fatto che rispetto allo scorso anno sono state assegnate 42 medaglie in meno. La Medaglia di bronzo e le 23 Gran Menzioni - continua Pallottini - assumono, quindi, un significato di grande valenza per i nostri vini e i nostri produttori impegnati nella ricerca della qualità.

I miei complimenti a Casale del Giglio - conclude Pallottini - che rappresenta un esempio virtuoso della nostra regione. Un’azienda che ha saputo programmare e sperimentare in un territorio in apparenza difficile, ma ricco di potenzialità, ed oggi è un modello produttivo e una bandiera dei vini del Lazio di qualità».

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