Le rivelazioni choc di un altro trans riportano Marrazzo dai magistrati

RomaNon soltanto Natalie e Brenda, ma anche Paloma. Piero Marrazzo pare proprio non avesse gusti difficili in quanto a trans. Amava cambiare compagnia e anche i luoghi dove consumare i rapporti a pagamento. L’ultimo, se le rivelazioni del viado ascoltato due giorni fa in Procura saranno confermate, è davvero ai confini della realtà: nel suo ufficio della Regione Lazio.
Questo e molto altro avrebbe raccontato Paloma, uno dei trans che l’ex governatore frequentava, al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e al pm Rodolfo Sabelli. Nei suoi interrogatori Marrazzo non aveva mai fatto cenno a questi incontri, minimizzando anche quelli avuti con Natalie, il brasiliano ripreso con lui nel video girato durante il blitz dei quattro carabinieri e usato per ricattarlo, e Brenda, il transessuale successivamente ucciso dal fumo sprigionato dal misterioso rogo di una valigia nel suo monolocale in via Due Ponti, al nord di Roma. Paloma, invece, ha riempito il verbale di dettagli importanti, anche se tutti da verificare, sugli appuntamenti (uno o forse due) in Regione, ai quali veniva accompagnato con l’auto dell’esponente Pd e durante i quali si sarebbe fatto ampio uso di cocaina. Paloma parla agli inquirenti di banconote da cento, duecento o anche cinquecento euro prelevate da Marrazzo da una libreria nel suo ufficio al piano terra. Un fiume di denaro che l’ex governatore non aveva durante altri (diversi) incontri nella sua casa di via del Podismo, nel quartiere Vigna Clara, e (uno) nell’appartamento del trans. Per questo Paloma ai magistrati ha sottolineato di essere sempre stato convinto che quei soldi fossero della Regione. E non è la prima volta che questo sospetto affiora nell’inchiesta sull’affaire Marrazzo, anche se finora non sono emerse prove di un’eventuale appropriazione indebita.
Certo è che nei prossimi giorni l’ex presidente della Regione Lazio verrà convocato nuovamente in Procura. Per il terzo interrogatorio, che i magistrati si augurano sarà più esaustivo dei precedenti. Nel frattempo le indagini puntano a verificare se quanto riferito da Paloma sia attendibile, se le date degli incontri siano verosimili e i dettagli forniti corrispondenti al vero. E, in caso positivo, se possano emergere ipotesi di reato a carico di Marrazzo, finora considerato parte offesa. L’ipotesi di peculato per ora non viene presa in considerazione dai pm perché pare che il trans sia stato portato in Regione con l’auto privata dell’ex presidente e non con quella di servizio. E la violazione della legge sugli stupefacenti potrebbe essere contestata soltanto se all’ex governatore non venisse attribuito l’uso personale. Per ora parla il suo avvocato, Luca Petrucci: «Quanto dichiarato dal trans Paloma - dice il legale - è assolutamente calunnioso e dalla stessa descrizione dei luoghi si evince l’assoluta falsità di queste dichiarazioni delle quali, se confermate, la stessa sarà chiamata a rispondere».

A Paloma i magistrati sono arrivati nel tentativo di chiarire meglio il ruolo dei quattro carabinieri arrestati per il video-ricatto. Ancora non è chiaro, infatti, chi li informò che in casa di Natalie il 3 luglio scorso avrebbero trovato Marrazzo. La Procura sta approfondendo i rapporti che Paloma aveva con i militari finiti nei guai.

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