Rizzo stronca il Bertinotti non violento «Dopo la Camera vuol scalare il Colle»

L’esponente del Pdci: «Fausto sta traslocando dall’area antagonista a quella moderata»

da Roma

L’intervista di Fausto Bertinotti a La Repubblica in cui il presidente della Camera ribadisce la sua scelta per la «non violenza integrale» e sostiene con toni autocritici che «la sinistra non ha fatto abbastanza sulla lotta al terrorismo»? Raccoglie una montagna di elogi e una stroncatura controcorrente. Quella di Marco Rizzo, numero due Pdci, «storico» avversario del leader di Rifondazione.
Rizzo, ci siamo stupiti di non vedere in agenzia sue dichiarazioni polemiche.
«Ehhh...».
Oggi Bertinotti la convince?
«No, il contrario, direi! Ormai le sue dichiarazioni vanno corredate dalla didascalia: Senza parole».
Perché mai?
«Non servono commenti, no?».
Servono, invece.
«Mi pare che quello che sta accadendo sia abbastanza chiaro».
Lo spieghi anche a noi, allora.
«Semplicissimo! Bertinotti è in fase di ricollocamento rapido».
Da dove a dove, di grazia?
«Diciamo pure che è un trasloco, dall’area antagonista, non spendibile, a quella moderata, e integrabile».
Bertinotti «moderato»?
«Ma sì, non ci sarebbe nemmeno da stupirsene: è vero che non è mai stato comunista, questo ormai lo sanno anche i sassi...».
Guardi che si potrebbe prendere una querela, Bertinotti al suo comunismo ci tiene...
«Ma va là! Qui il problema non è più comunismo sì o no, da tempo: ormai lui è dentro il conformismo del pensiero unico».
Ma se è la sua bestia nera!
«... Senta, bisogna capirlo: è una torsione per certi versi legittima, di uno che vuol far carriera».
Scusi, prima di tutto mi dica cosa non condivide.
«Ma dico, adesso, a settant’anni, Fausto scopre Gandhi?».
Non c’è nulla di male.
«Certo, Gandhi è un mito. Ma siamo davvero sicuri che sia più attuale di Marx? Più di Lenin?».
Me lo dica lei.
«Ma vaaa!!».
Lei non è d’accordo sul valore assoluto non violenza, scusi?
«C’è la democrazia, quindi siamo democratici. Ma se l’Italia fosse invasa, non sarebbe giusto prendere le armi? Non vorrei che si arrivasse a condannare la Resistenza, di questo passo».
Non lo prende sul serio?
«Un leader ha un tempo massimo per fare le sue scoperte».
Bertinotti dice che l’antiamericanismo «è datato».
«Allora - viste le sue esternazioni dell’ultimo decennio in materia - anche Bertinotti è datato».
Da tempo non ne fa più.
«Mi faccia indovinare. Per caso da quando è stato eletto a Montecitorio?».
Però continua a dare battaglia sulla base di Vicenza.
«Mi creda, nulla di serio. Come tutti sanno, sulle questioni parlamentari, il suo partito è allineato. Allineatissimo, direi».
Ma quale sarebbe il motivo, scusi?
«Come, non si è capito? Bertinotti è convinto di giocare una partita da presidente della Repubblica».
Lei si immagina sul Colle il leader di un partito antagonista?
«Perché qualcuno se lo immaginava a Montecitorio, prima?».
Non glielo permetteranno.
«E infatti lui è pronto a barattare la sua Sinistra europea, o quel che è oggi, con il partito democratico e il nulla osta istituzionale».


Sinistra europea è solo la famiglia internazionale di Rifondazione.
«Si sbaglia. È una piccola Bolognina celebrata in incognito».
Non hanno cambiato né nome né simbolo.
«Solo finchè c’è un altro partito comunista, finché ci siamo noi. Vedrà, vedrà...».

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