Il robot aiuta il chirurgo

Cresce l'impiego del computer e del robot in sala operatoria. Anche in ortopedia si sta diffondendo soprattutto nelle applicazioni più sofisticate. Il 13 Giugno scorso, a Orlando, in Florida (USA), al congresso mondiale dell'associazione internazionale di chirurgia ortopedica robotica (Caos), è stato eletto presidente un italiano, il professor Norberto Confalonieri. Primario degli Istituti clinici di perfezionamento di Milano (Presidio Ortopedico CTO). É stato il primo in Italia ad utilizzare la chirurgia computer assistita in ortopedia, per l'impianto delle protesi di ginocchio e dell'anca. Metodiche che migliorano l'accuratezza della procedura chirurgica e riducono i possibili errori e le eventuali complicanze.
«Si sta diffondendo - afferma - l'utilizzo di sistemi informatici e hardware meccanici (minirobot attivi o passivi), per gli interventi di sostituzione protesica dell'articolazione del ginocchio e dell'anca. La chirurgia tradizionale assistita da un computer (navigazione) crea un campo virtuale, all'interno del quale, l'arto da operare, il chirurgo ed i suoi strumenti vengono registrati da un lettore di raggi infrarossi. I dati vengono elaborati dal computer e sul display viene prodotto il modello da seguire per impiantare al meglio le componenti protesiche. Oggi, il computer viene utilizzato anche per il planning operatorio dopo TAC o RMN, per la preparazione delle guide di taglio specifiche per quel paziente. Cambia il modo di dialogare in sala operatoria. Si agisce non più per sensazioni visive, basate sull'esperienza, ma ragionando, tutti, con i numeri, con indicazioni oggettive. Si impiantano le componenti protesiche al meglio della tecnologia, si conoscono, con numeri, le eventuali dismetrie degli arti inferiori, nella protesi dell'anca e, di conseguenza si può porvi rimedio, direttamente in sala. Il computer aiuta, se ne può fare a meno, ma il numero degli appassionati sta crescendo».E' vero che l'impiego di questa tecnologia prolunga i tempi operatori?
«La durata dell'intervento si allunga di 15 minuti. Ma non è tempo perso. Come abbiamo ammortizzato i tempi ed i costi per la profilassi antibatterica ed antitrombotica, allo stesso modo potremmo ammortizzare questa prevenzione alle complicanze degli impianti protesici. La robotica offre una tecnica operatoria riproducibile all'infinito (con qualsiasi chirurgo), con una verosimile diminuzione degli insuccessi, complicanze e, quindi, revisioni». Quali sono i sistemi più affidabili?
«Quasi tutte le società produttrici di protesi articolari offrono un prodotto computerizzato di supporto alla procedura d'impianto tradizionale. Alcune hanno già cambiato due o tre sistemi per problematiche relative al software o all'hardware. Vi sono sistemi open, che si adattano a più impianti e sistemi chiusi che consentono l'utilizzo solo di un tipo di protesi. In 14 anni di attività ho provato molte protesi. Numerose sono affidabili e aggiornate, permettono la navigazione anche della revisione del ginocchio e dell'anca». Nel mondo, l'utilizzo del computer e del robot sta crescendo, soprattutto nei paesi asiatici, in Giappone, Cina, Corea del Nord. I costi ed il tempo operatorio più lungo, incidono economicamente sui budget degli ospedali, ma riducono le complicanze.

«In Italia, i chirurghi sono bravi ad impiantare le protesi, anche senza questa tecnologia, alcuni non sentono il bisogno di avvicinarsi ad un nuovo percorso chirurgico. Certo è che, tutti questi dati acquisiti in sala operatoria e registrati, si configurano come una sorta di check list della nostra procedura chirurgica e sono utili a migliorarla».

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