Rom, sassi ai poliziotti per evitare l’arresto

Sei giorni fa, il 9 marzo, erano stati proprio loro, i nomadi, a chiamare il «113» affinché la polizia intervenisse nel campo di Baranzate dove, dopo l’investimento da parte di un’auto pirata di una donna incinta e di un ragazzino all’interno dell’insediamento, gli animi si erano surriscaldati. Serbi da una parte e croati dall’altra si erano scatenati in una violenta sassaiola.
Ieri, gli investigatori del commissariato di Quarto Oggiaro, arrivati nel campo nomadi di Muggiano per catturare, dopo mesi di latitanza, un nomade coinvolto in un brutto omicidio e chiudere così una tragica pagina della cronaca nera milanese, sono stati sommersi a loro volta da una fitta sassaiola.
Il nomade arrestato ieri era ricercato da giugno. Si chiama Pierino Levacovich, ha 23 anni, precedenti per truffa, furto e rapina. E risiede proprio nel campo di Muggiano dal quale, però, dalla scorsa estate girava al largo, scoperto che la polizia faceva regolari blitz per catturarlo: i nomadi tornano sempre a vivere nei loro campi, basta saper aspettare. E non mollare mai. La polizia lo sa.
Pierino è il fratello minore del 29enne Angelo, catturato il 22 settembre dai poliziotti delle volanti durante un controllo nel campo nomadi di via Martirano. I due sono accusati dell’omicidio del povero Pietro Mazzara, 27 anni. Il 9 giugno scorso, all’alba, qualche minuto prima delle 5 la Bmw 320 guidata da Angelo (con accanto, sul sedile passeggero, il fratello minore) viaggiava a fortissima velocità dopo il furto in un bar tabaccheria di Quarto Oggiaro. In zona Comasina, con polizia alle calcagna, Angelo spinge il piede sull’acceleratore e supera a tutta velocità, e a fari spenti, l’incrocio di via Cogne. Così facendo taglia la strada e travolge la vettura di Pietro, una Citroën C3, che transitava regolarmente lungo la carreggiata. L’urto è violentissimo. Mazzara viene sbalzato fuori dalla sua vettura come un missile e, dopo un volo di 20 metri, piomba sull’asfalto e muore sul colpo. In un video agghiacciante, recuperato dai poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro guidati in quel periodo da Angelo De Simone dalle telecamere del Comune che ci sono in zona, si vedono chiaramente Angelo e il fratello che, subito dopo lo scontro, scendono barcollanti dalla vettura e scappano. Da allora hanno fatto perdere le loro tracce. Ieri, dopo che da mesi Salvatore Mazzara, padre di Pietro, chiedeva a gran voce giustizia, entrambi i responsabili della morte di suo figlio sono stati assicurati alla giustizia.
Resta la gravità dell’aggressione dei nomadi ai poliziotti. «L’atteggiamento dei rom non è tollerabile - ha dichiarato Stefano Bolognini (Lega Nord) assessore alla Sicurezza della Provincia di Milano -. Nei confronti degli insediamenti abusivi dei rom questa giunta ha saputo utilizzare soltanto lapolitica del buonismo che, com’è evidente, non funziona.

Occorre tornare agli sgomberi e chiudere i campi».
«Con la giunta Moratti non erano mai accaduti aggressioni del genere nei confronti della polizia: i campi rom sono incontrollati» concorda il vice presidente del Consiglio comunale De Corato.

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