Natale Conti
da Palermo
Novanta minuti bellissimi, di grandi emozioni ma anche infernali per il Palermo che nei 45 iniziali subisce tre gol da una Roma strepitosa e poi i successivi 45 per la Roma, che si vede recuperare dai rosanero tre reti e che alla fine rischia anche di perdere. Il 3-3 finale non serve alla Roma, superata dalla Fiorentina al quarto posto che vale la Champions. E non serve al Palermo che vede le sue dirette avversarie per la Coppa Uefa, Lazio e Chievo, sei e cinque punti avanti. E pensare che se mercoledì la Roma avesse lasciato ai rosanero un pareggio in coppa Italia, oggi il Palermo sarebbe in Uefa e forse la Roma avrebbe vinto al Barbera, sopravanzando la Fiorentina per la Champions. Ma non sarebbe stato sportivo e bisogna gioire perché ha vinto lo sport.
Intendiamoci, una partita che termina 3-3 chiama in causa gli errori commessi da una parte e dall'altra. Il primo a sbagliare è Papadopulo che dispone una difesa alta con due centrali, Barzagli e Biava, forti sull'uomo ma lenti nello scatto. Il risultato è che Mancini e Taddei giganteggiano nelle ripartenze e fanno la differenza. Nella ripresa Papadopulo aggiusta il tiro, mette in campo dal primo minuto Godeas a far da ariete e distributore di palle per le avanzate di Di Michele, Brienza, Barone, Grosso e la musica cambia. La Roma si chiude o comunque non riesce più a tenere i ritmi del primo tempo, e qui sbaglia Spalletti. E si creano le condizioni per l'incredibile recupero del Palermo.
La Roma va in vantaggio dopo 23 minuti: il Palermo sbanda, Mancini serve Perrotta che tira ma Agliardi para, tira ancora Aquilani, poi palla a Taddei che batte imparabilmente Agliardi. Cinque minuti dopo il 2-0, messo a segno da Mancini su rigore. È un episodio chiave. Perrotta lancia centralmente Taddei in sospetto fuorigioco. Agliardi esce, sposta leggermente la punta romanista che perde palla. Per Rosetti è rigore, ma l'arbitro non se la sente di espellere il portiere. E allora si ha la sensazione che neanche Rosetti fosse sicuro della sua decisione. Dagli undici metri Mancini non perdona. Neanche sessanta secondi dopo Mancini torna a colpire. Lanciato da De Rossi si trova solo in area e batte Agliardi con un colpo di tacco. Il Palermo accusa i tre gol in sette minuti e balla paurosamente. Al 42' però coglie una traversa piena con Di Michele.
Ripresa. Entra Godeas al posto di uno spento Makinwa e la musica cambia. Passano appena 5' e Di Michele, appena entrato in area, scaglia un tiro in trasversale che si infila sotto la traversa di Curci. Al 7' il Palermo conquista un angolo, batte Brienza e Barone anticipa tutti di testa sorprendendo Curci. Sul 3-2 dopo appena sette minuti nella ripresa la partita è aperta e il Palermo, trascinato dal pubblico, gioca il tutto per tutto. La Roma, che nella prima parte della gara era stata lucida e spietata nelle ripartenze, perde la tramontana. Il centrocampo siciliano prende il sopravvento. La gara è bellissima con continui capovolgimenti di fronte, e al 34' arriva il 3-3.
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