Roma, bufera in piscina Sequestrati 11 impianti

ESCLUSIVI I circoli sportivi sigillati su ordine della Procura sono frequentati dai campioni delle vasche e dall’alta società romana

RomaViolazione delle norme paesaggistiche e urbanistiche. Con queste motivazioni undici circoli sportivi tra i più noti della capitale - frequentati dalle stelle del nuoto italiano e dall’alta società capitolina - sono finiti nell’occhio del ciclone. Piscine, foresterie, parcheggi, spogliatoi e palestre giudicati abusivi sono stati sequestrati ieri dalla magistratura. I sigilli sono scattati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sui presunti illeciti edilizi compiuti per la realizzazione degli impianti destinati all’organizzazione dei Mondiali di Nuoto Roma 2009.
Una valanga che ha investito all’improvviso gestori e proprietari, che si sono visti presentare a sorpresa gli agenti della polizia municipale per eseguire il provvedimento disposto dal gip Donatella Pavone su chiesta del pm Sergio Colaiocco. Il circolo Acqua Aniene, amministrativamente facente capo al Circolo Aniene, in via della Moschea nel quartiere Parioli, è stato chiuso del tutto. Strutture abusive ancora in fase di edificazione sono state invece sequestrate negli impianti sportivi «Roma 70», «Polisportiva Parioli Tiro a Volo», «Roma team sport», «Polisportiva Città futura». Sigilli infine per costruzioni già ultimate nell’«Acqua Aniene», «Cristo Re», «Axa Immobil sport», «Real sport village», «Associazione Agepi», «Villa Flaminia», «Sport 2000». Nei mesi scorsi la stessa sorte era toccata al «Salaria Sport Village», «Tevere Remo», «Gav New city» e «Flaminio sporting club» che avevano continuato a lavorare fino al 15 settembre. Una concessione fatta per permettere lo svolgimento regolare dei mondiali di nuoto.
Il gip nelle ordinanze ipotizza, a vario titolo, la mancata osservanza delle norme urbanistiche e paesaggistiche per edifici e strutture realizzate senza intesa con il Comune di Roma, che non avrebbe riscosso oneri concessori per circa cinque milioni di euro. I nomi iscritti nel registro degli indagati finora sono una trentina e tra questi compaiono i responsabili legali e i presidenti degli stessi circoli e il commissario dei mondiali Claudio Rinaldi. Sotto inchiesta anche Giovanni Malagò «deus ex machina» dei mondiali quale presidente del comitato organizzatore e presidente del Canottieri Aniene, frequentato da vip, politici di ogni colore, magistrati e attori. «È una cosa incomprensibile, senza senso - spiega Malagò -. L’impianto si è autofinanziato privatamente ed è stato regolarmente aperto al pubblico. Se il problema nasce sul fronte autorizzativo sono ancor di più senza parole: non sono io a dover pensare se il Comune, la Protezione civile e la presidenza del Consiglio sono o non sono autorizzate a concederle».
La Procura vuole far luce non solo sulle irregolarità contestate ieri, ma anche su presunti abusi commessi all’epoca della gestione dall’ex Commissario di «Roma 2009», Angelo Balducci, attualmente presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, per quanto riguarda la vicenda del «Salaria Sport Village» di Settebagni in cui sono state portate avanti opere di ampliamento per 160mila metri cubi con piscine e foresterie. Il circolo in questione, fondato dal figlio di Balducci, Filippo, fu realizzato anche dall’acquisizione di terreni agricoli in zona ritenuta dalla Procura «a rischio esondazione del Tevere».

Filippo Balducci ha successivamente ceduto le quote a due fiduciarie socie del circolo: Claudio Rinaldi, nominato Commissario per i mondiali di nuoto dopo Balducci, firmò le autorizzazioni alla realizzazione delle opere del Salaria Sport Village nel quadro dell’organizzazione dei mondiali di nuoto.

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