Roma, la città record dell’usura: famiglie sempre più «vulnerabili»

Roma, capitale d’Italia dell’usura. Nel 2008 le famiglie hanno conquistato il primato nazionale dell’indebitamento e sono stati sequestrati titoli bancari insoluti per 2,5 milioni di euro. Nello stesso anno il fenomeno è cresciuto anche nel Lazio del 9 per cento. È quanto emerge da una relazione fatta dall’assessore provinciale alla lotta all’usura, Serena Visintin, nel corso di un’audizione alla commissione giustizia del Senato.
«Il fardello che pesa in media su ciascun nucleo - ha ricordato - secondo un’analisi dell’ufficio statistica della Cgia di Mestre, ammonta a quasi 22 mila euro. Se prima a finire sotto il maglio degli strozzini erano soprattutto le piccole e medie imprese (il numero di quelle taglieggiate nel Lazio è stabile a 26 mila), con la crisi è aumentata la vulnerabilità delle famiglie».
Al rischio usura si accompagna quasi sempre la difficoltà a estinguere il mutuo della casa, come dimostra il boom dei pignoramenti immobiliari, che hanno raggiunto quota 1.600 nello scorso anno e, sempre dall’inizio del 2008, i pignoramenti sullo stipendio o su conti intestati alla persona insolvente sarebbero oltre 16.600.
«La situazione negli ultimi anni è notevolmente peggiorata - ha concluso Visentin - e la provincia di Roma compare al primo posto nella classifica di aree metropolitane per numero di fallimenti e protesti».
Nel corso dell’audizione è stata fotografata anche la figura del cravattaro, che può essere usuraio di quartiere, investitore o semiprofessionista ed esiste anche il mercato nero del credito.
«Figura caratteristica è l’usuraio di quartiere - ha spiegato l’assessore - che non chiede tassi troppo esosi e cerca di entrare a far parte delle imprese a conduzione familiare. Poi c’è lo strozzino investitore, collegato con la criminalità organizzata e quello semiprofessionista, che esercita l’usura come secondo lavoro, per impiegare parte del reddito che nasconde al fisco. Infine c’è il cravattaro parassita, una sorta di dilettante dell’usura che pretende tassi non troppo alti».
Come se non bastasse c’è la proliferazione di un mercato finanziario parallelo, messo in piedi da soggetti non abilitati alla professione creditizia e di un mercato nero del credito. «Spesso le vittime non riconoscono il proprio usuraio - ha concluso l’assessore - che può essere anche il vicino di casa, che fa finta di aiutarti. Si pensa che lo strozzino sia solo colui che chiede il 100 per cento degli interessi e invece a volte applica tassi equiparati alle banche, ma se non rispetti i tempi di restituzione ti porta via la casa o l’azienda».


L’incapacità di riconoscere il proprio aguzzino, la sfiducia verso la giustizia e la paura di esporsi sono i motivi per i quali il numero delle denunce resta bassissimo rispetto agli effettivi episodi: solo nove a Roma nel 2007.

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