Roma vista dai blogger: «Stanchi di traffico e buche»

Valeria Arnaldi

Roma, capitale dei blog. Dal oggi al 10 dicembre, a Palazzo dei Congressi, all’Eur, nell’ambito dell’annuale appuntamento con «Più libri, più liberi», si tiene la manifestazione «Più blog», dedicata al diffusissimo fenomeno dei siti web autogestiti, da quelli personali come diari a quelli tematici, su svariate tipologie di argomenti. La città eterna si apre al virtuale, che, però, sembra amarla ben poco a giudicare dal boom di siti, forum, e, appunto, blog sul suo degrado.
A prendere parte alle conversazioni sono internauti di tutte le età, stanchi di traffico, buche e «rattoppi», sporcizia, e, perfino, grandi eventi. La conversazione nasce, spesso, a commento di foto o, magari, per le domande di chi, dovendo trasferirsi da altre città, chiede consigli. «Ma chi te lo fa fare? Resta dove stai!». Su http://roma.kijiji.it «un quarantenne ormai deluso dalla sua città» risponde a Markitos, genovese, che cerca «dritte». Su www.brodoprimordiale.net, Carlo scrive: «Ho ormai deciso di vendere casa e trasferirmi in una zona residenziale perché sono stufo del traffico, delle manifestazioni, dei turisti ubriachi che ti gridano sotto le finestre della camera da letto alle quattro di notte, dell’impossibilità di parcheggio, della zona a traffico limitato, dei permessi, dei cumuli di spazzatura ecc. La verità è che il centro è sempre più invivibile, trasformato in un divertimentificio notturno per orde di barbari». Diverse le cause dell’invivibilità capitolina. Si comincia dalle strade. Fulvio sul blog di Beppe Grillo: «Volevo renderti partecipe di uno dei tanti problemi che affliggono noi romani: le buche nel manto stradale». Su mailgate.supereva.com, una ragazza aggiunge: «E le strade? I tombini? I rattoppi? I lavori fatti male? L’asfalto troppo sottile per sopportare i mezzi pesanti? Gli scavi ovunque, soprattutto dopo aver appena asfaltato? Le cose sono due: o si sbaglia nel commissionare i lavori o nessuno controlla le ditte che li eseguono». «In via dei Fori Imperiali - per www.indignato.it - se uno si mettesse in testa di fare Vacanze Romane e sfrecciare intorno al Colosseo come Gregory Peck rischierebbe di morire». Bukenbike.it pubblica «Vorremmo una strada più sicura e a misura di cittadino. La buca ha assunto pari dignità di gatti e acquedotti, di botticelle e grattachecche: non sapremmo vivere senza. Ma lo vorremmo». Degradodiroma.wordpress.com lancia un’insolita Parigi-Dakar: «Perchè spendere cifre iperboliche per andare fin là per affrontare situazioni impervie, buche, voragini, dossi, dune e burroni, già, perchè se tutto può essere vissuto nel cuore di Roma con rischi forse ancora maggiori?».
Al secondo posto nelle antipatie dei romani, la sporcizia. Sempre in degradodiroma.wordpress.com si segnalano: «Cartacce e bottiglie ovunque, cassonetti stracolmi, giardini come giungle, dormitori, lavanderie, e orinatoi a cielo aperto», «ratti che passeggiano per la città, una cosa inaccettabile non per una capitale, ma per una semplice città europea». Duro brodoprimordiale.net: «Quello che mi fa impazzire è che qui bisogna sorvolare su tutto: il traffico, le manifestazioni, i crateri sulle strade, le belle piazze romane irrimediabilmente rovinate da qualche architetto incompetente del Comune, i rifiuti accumulati sui marciapiedi (si vedono turisti che scavalcano sacchi e sacchetti con facce allibite), la sporcizia estrema della città, il verde pubblico ridotto a savana». Sul sito, non mancano critiche più o meno bonarie al sindaco Veltroni. «Si vanta anche di attirare turisti che, quando torneranno a casa loro, diranno agli amici: sono stato a Roma, una città sporca come un suk», «Dopo la grande Fiera di Roma e il grande Festival del cinema le prossime idee illuminanti quali saranno? La grande Fiera del mare di Roma?», «Certo, poteva dare un calcio a Meyer quando ha visto l’Ara Pacis. È veramente brutta». Dai forum de «La Sapienza», le lamentele dei più giovani, «Roma era una meta stimolante per ogni studente, ma credo che ora di quella Roma non resti che l’ombra», riprese anche all’estero. Nei Cuadernos Hispanoamericanos, disponibili on line, lo scrittore Luis Pulido Ritter parla di alcuni ragazzi trasferitisi nella capitale per studiare: «Potevano solo provare malessere per l’inefficienza burocratica, la disorganizzazione dei trasporti, e peggio ancora, cosa inaccettabile in una Europa moderna, il terzomondismo dell’università». Non poteva non risvegliarsi Pasquino che su www.collezione-online.

it mette la sua tristezza in versi: «Roma, Roma mia sei tutto ’n buco e ’n’ammasso dei rifiuti, eppure so che li romani li pagano salati li tributi! E ’sti cosi verdi pieni de monnezza drento e fòri, Ama... boh? Du’ minuti lì vicino... e de sicuro... mori!... Te vojo bene Roma e me piagne er core, oggi scusame è così... ma vojo torna’ presto a parlatte solo d’amore».

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