C'è la crisi ma i libri di scuola quasi nuovi finiscono tra i rifiuti

Centinaia di volumi scolastici gettati via perché già obsoleti. I libri, continuamente aggiornati anche senza motivo, hanno ormai vita brevissima

C'è la crisi ma i libri di scuola quasi nuovi finiscono tra i rifiuti

Libri ancora nuovi gettati nell'immondizia. Succede a Roma, sul lungotevere Guglielmo Oberdan, dove fra l'altro si trova un noto mercato del libro usato. A denunciare la notizia è Repubblica, che sta seguendo da vicino la vicenda.

Un giornalista del quotidiano vede in prima persona due ragazzi trascinare un borsone carico di libri fino ai secchi della spazzatura, dove poi finisce l'intero contenuto di ciò che trasportano. Libri che si aggiungono ad altri libri già buttati via. Testi scolastici come Mondi o civiltà, Matematica attiva, etc etc. Manuali che avrebbero ancora tanto da insegnare, e che invece vengono buttati. Spreco di carta, di denaro, e soprattutto, di cultura. Ma per quale ragione?

"Dopo tre anni di Convitto, ora che sto per iniziare il quarto, i miei libri sono già troppo vecchi" riferisce a Repubblica uno dei ragazzi. "Non saprei dove mettere tutti questi testi, pensavo di venderli ma nessuno li vuole, al massimo potrei cercare un altro secchio che non sia già pieno. Ma ho visto che passa il furgone dell'Ama, raccoglierà anche i miei" aggiunge.

Libri nuovi già troppo vecchi. A confermare questo anche il responsabile dell'Associazione Librai Lungotevere Oberdan: "Vengono pubblicate nuove edizioni anche di testi i cui autori sono defunti. Di anno in anno la situazione peggiora, ora il tempo di vita di un libro scolastico si è assottigliato fino a due, tre anni. Cambiare una virgola significa cambiare il codice a barre, molti studenti hanno paura della reazione dei professori, davanti ai codici a barre vecchi. Ogni anno buttiamo a nostra volta migliaia di libri".

Questioni commerciali, dunque. E intanto si spreca, si butta via. Un tempo certi libri avevano una vita quasi infinita, passavano di studente in studente. Oltre al contenuto, possedevano una storia tutta loro. Chi non ha cancellato gli appunti scritti a matita su un vecchio tomo di seconda mano?

Ci troviamo in un momento di difficoltà economica, eppure centinaia di volumi vengono buttati nei cassonetti e se ne acquistano di nuovi. "Comprando tutti i testi nuovi e senza sconti nei primi anni di scuola una famiglia può spendere fino a mille euro a figlio" spiega ancora il libraio al giornalista di Repubblica. "Incoraggiamo ad acquistare i classici come I promessi sposi di seconda mano, ma per quanto riguarda i manuali la situazione è drammatica e il Covid l'ha peggiorata. Molti studenti con la dad hanno usato meno libri, i docenti non sono riusciti a finire i programmi, questo ha generato un rallentamento e un conflitto ancora maggiore con le ristampe. Vent'anni fa il nostro lavoro aveva un senso, una famiglia con tre figli di età scolare riusciva a far circolare in casa gli stessi testi, oggi è insostenibile" conclude.

La beffa, si fa per dire, sta nel fatto che i testi vengono continuamente aggiornati e ristampati, ma il loro contenuto, di fatto, non cambia. Oppure cambia di poco. A volte si tratta solo di variazioni nella numerazione delle pagine. E allora che senso ha? Specie durante una crisi economica in cui si parla di inflazione galoppante e riduzione dei consumi.

Bene il contributo della Regione alla scuola (200 euro per le superiori e 150 per le medie per quelle famiglie con reddito entro i 30 mila euro), ma vedere dei libri gettati via a causa del sistema che c'è dietro è davvero deprimente.

La triste immagine di un amore, un rispetto per la cultura, ormai abbandonato.

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