Una ragazzina di 17 anni residente a Cassino, comune in provincia di Frosinone, veniva punita, picchiata e spiata dalla madre solo perché frequentava coetanei che non facevano parte della sua etnia rom. Come riportato dal Messaggero, è intervenuto il tribunale che ha salvato la minorenne, trasferendola in una struttura protetta e impedendo alla donna di avvicinarsi alla figlia. La terribile vicenda, fatta di soprusi e maltrattamenti, è stata scoperta grazie alla stretta collaborazione tra la struttura scolastica che la giovane vittima frequentava e la polizia. Sarebbe stata infatti una insegnante della 17enne ad accorgersi che qualcosa non andava. Dopo qualche tempo la ragazzina si sarebbe confidata con la professoressa, raccontandole quanto subito in famiglia. A quel punto la docente ha deciso di rivolgersi alla polizia, al commissariato di Cassino, che ha subito avviato le indagini.
Cosa è successo quando si è ribellata
Il vice questore aggiunto Giovanna Salerno e una poliziotta hanno conquistato la fiducia della 17enne, rassicurandola, tanto da portarla a raccontare per filo e per segno i soprusi ricevuti. La madre della giovane non voleva assolutamente che la figlia frequentasse amici e persone fuori dalla loro etnia rom, e per questo motivo le spiava sia il cellulare che i profili sui social. Quando la ragazzina ha provato a ribellarsi al volere del genitore, è stata picchiata e punita in modo ancora più severo. I verbali della polizia sono arrivati a due Procure, sia quella ordinaria che quella per i minori. Al loro interno viene riportato quanto subito dalla minorenne in tanti anni, tra botte e soprusi.
Secondo quanto emerso, la giovane non avrebbe mai rinnegato le sue origini rom, ma avrebbe comunque voluto vivere in modo normale, come tutte le sue coetanee, frequantando e sentendo i suoi compagni di classe anche al di fuori delle mura scolastiche. Condizione che non le è mai stata permessa. Gli investigatori hanno spiegato che le vessazioni sono andate avanti nel tempo, e che “l'accusa della madre, che non mancava di aggredire fisiche e verbalmente a figlia, era sempre la stessa: di avere un comportamento non conforme alle regole familiari della cultura rom”.
Finalmente salva
Due sono stati i provvedimenti adottati al fine di tutelare la minore. Con il primo il Tribunale dei minori di Roma ha ordinato che la ragazza fosse allontanata dalla sua abitazione in cui viveva con la famiglia e condotta in una struttura protetta, mentre con il secondo, il Tribunale di Cassino ha ordinato alla madre, che è stata indagata a piede libero per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, di non comunicare, in nessun modo, con la figlia se non 'preventivamente autorizzata' dal giudice.
Lo scorso anno, sempre la polizia di Cassino aveva arrestato un padre che aveva abusato delle sue figlie per circa una decina d’anni, insultandole e picchiandole fin da quando erano bambine. L’uomo era stato poi condannato a sei anni di reclusione per le violenze nei confronti di due figlie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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