Dopo la terribile emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus, il nostro Paese si trova ora ad affrontare una crisi economica altrettanto grave. Uno dei settori al momento maggiormente in difficoltà è il turismo, ridotto in ginocchio a causa del lungo periodo di chiusura e delle restrizioni imposte per evitare una nuova ripresa di contagi.
Anche lo storico Hotel Raphaël di Roma, un tempo frequentato da Bettino Craxi che ne aveva fatto la sua sede, sta subendo gli effetti del Coronavirus, ed è attualmente chiuso.
Entrato definitivamente nelle pagine della cronaca italiana dopo la pesante contestazione al segretario del Psi, che fu insultato e bersagliato con delle monetine proprio dinanzi all'edificio (era il 30 aprile del 1993), l'albergo è ora deserto. "Temporaneamente chiuso", si legge, se andiamo a digitare il nome della struttura sul motore di ricerca.
Una delle tante conseguenze provocate dal Coronavirus e dal lockdown. L'Hotel Raphaël non è certo l'unico a trovarsi in queste condizioni. La situazione è purtroppo molto critica in tutta Italia.
"La nostra clientela è soprattutto americana", spiega il titolare Roberto Vannoni al "Corriere della Sera". "Siamo chiusi da marzo a causa del Covid e riapriremo a settembre, o quantomeno ci speriamo. Dipenderà dall’economia, dal resto...".
L'hotel è ora abbandonato, non appare più come l'edificio di un tempo. Una struttura che ha alle spalle più di mezzo secolo di storia."L’albergo era il ritrovo delle celebrità brasiliane, che spesso dormivano là per la vicinanza con la loro ambasciata", ricorda oggi Bobo Craxi. Proprio in una delle sale del Raphaël aveva preso vita, 11 anni fa, la canzone "Aguas de março" dell'artista brasiliano Antonio Carlos Jobim.
Fondato nel 1963 da Spartaco Vannoni e sito a poca distanza da Piazza Navona, l'albergo a 5 Stelle non è soltanto un luogo di lusso, ma anche un piccolo museo di opere d'arte. Vannoni, infatti, lo arricchì di celebri lavori di artisti, fra i quali un Picasso.
Meta anche di drammaturghi e scrittori quali Arthur Miller e Simone de Beauvoir, fu da sempre frequentato da politici, specie dopo l'arrivo di Craxi. "Nino Neri alle volte si metteva a un tavolo vicino a mio papà per origliare. E poi andava a spifferare qualcosa ai giornalisti a Montecitorio", racconta al "Corriere" Bobo Craxi.
Bettino Craxi resterà in quella mini suite sempre a lui riservata dall'amico Vannoni fino alla sua fuga in Tunisia, ad Hammamet.
Quella stanza ora non c'è più, nel tempo è stata sostituita dal ristorante "Mater Terrae"."Le sue cose andai a prenderle io, nel 1995", racconta il figlio di Craxi, ripensando a quei giorni. "Credo che mio papà avesse avvertito il proprietario che la stanza poteva anche liberarla".
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