Un film non è mai stato così veritiero, almeno a Roma. Il set con Paola Cortellesi in “Come un gatto in tangenziale” le ha rese famose nella parte di due ladre compulsive. Ora è il palcoscenico del Tribunale a condannarle. Davanti al giudice le gemelle attrici, Alessandra e Valentina Giudicessa, sono state condannate a un anno di reclusione con l’accusa di furto con destrezza per aver rubato diciotto capi d’abbigliamento del valore di quattromila 794 euro.
La sentenza è stata pronunciata dal giudice, Sergio Natale, al termine del rito abbreviato. Pamela e Sue Ellen (questi i nomi delle gemelle nel film) erano state arrestate con obbligo di domicilio il 9 febbraio scorso, al termine delle indagini coordinate dal pm, Vincenzo Barba. Ma il colpo risaliva al 13 dicembre 2018, ai danni del negozio d’abbigliamento Falconieri, in viale Europa, all’Eur. Lo scrive il Corriere della Sera.
Si tratta della prima condanna delle due attrici, finite nei guai già tre volte a causa di furti in vari esercizi commerciali. Il primo della serie, datato 16 aprile 2018, era avvenuto alla VisionOttica in viale Giulio Cesare. L’ultimo invece è dello scorso 18 ottobre, quando Alessandra e Valentina sono state fermate un attimo dopo aver infilato le mani nella borsa di un’anziana per sottrarle il portafogli in un supermercato di via dell’Acquafredda (Bravetta).
Nell’ordinanza di custodia con cui le gemelle sono state arrestate a febbraio, il gip Gaspare Sturzo ha osservato “come la notorietà ricevuta per la partecipazione ad alcuni film in cui agivano esattamente secondo le modalità ora in incolpazione, ha reso semplice l’individuazione delle responsabili”. Infatti la commessa di Falconieri, ascoltata nelle ore successive al colpo, ha rimarcato come avesse riconosciuto subito Alessandra e Valentina, una volta entrate nel negozio.
Le immagini delle telecamere a circuito chiuso sono state fondamentali per disporre il fermo due mesi dopo il furto. Fotogramma dopo fotogramma, è apparso il momento in cui le gemelle si sono avvicinate agli scaffali, sottraendo i vestiti ritenuti più belli. Il metodo utilizzato da Alessandra e Valentina è stato semplice: una si è occupata di distrarre la commessa, mentre l’altra si è ingegnata a rubare maglioncini e camicette con “velocità e abilità tali da eludere la vigilanza”.
Replicando nel negozio un “copione ben conosciuto da entrambe”, ha scritto il gup all’epoca
del furto. Soddisfatti dell’esito del processo i titolari del negozio che, attraverso l’avvocato Maria Chiara Parmigiani, hanno precisato “di aver ottenuto il risarcimento del danno”. Fine delle riprese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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