È trascorso già un mese dall’ultimatum lanciato dal governatore del Lazio Nicola Zingaretti per far fronte all’emergenza rifiuti e spronare il Campidoglio a ridare un minimo di decoro alla città. A ben vedere, però, la mossa non ha dato i frutti sperati. Se al centro c’è stato un innegabile miglioramento, le periferie sono state lasciate indietro.
Roma, l'infinita emergenza rifiuti
“Qui da noi hanno fatto una pulizia delle strade principali ma quelle secondarie sono ancora invase dall’immondizia”, ci dice Matteo Marzinotto del Comitato pulizia per Torpignattara, ad Est di Roma. “L’amministrazione si è dimenticata anche dell’Alessandrino, di Torre Maura, Tor Bella Monaca”, aggiunge. Percorrendo le strade di questi quartieri ci si può tranquillamente imbattere in distese di materassi, divani ed elettrodomestici di ogni tipo. I cassonetti strabordanti emettono un odore pestilenziale e sono presi d’assalto da blatte, topi e gabbiani. In quartieri come Spinaceto, Torrino e Monte Mario, invece, a farla da padroni sono branchi di cinghiali, mentre il litorale di Ostia sta vivendo una nuova emergenza sanitaria. Insomma, nella città regna il caos e la Raggi si è vista costretta a correre ai ripari.
Class action dei residenti per il rimborso della Tari
Il primo cittadino ha emesso una nuova ordinanza per scoraggiare i “turisti dei rifiuti” che, pur non essendo residenti nella Capitale, vengono a Roma appositamente per gettare il loro pattume. Nel frattempo, da uno dei quartieri più disastrati della città, il Quadraro Vecchio, è partita la rivolta contro il pagamento della tassa dei rifiuti. Qui i residenti stanno raccogliendo le firme per chiedere il rimborso della Tari “perché non si può pagare senza avere servizi”, spiega il presidente del comitato di quartiere Domenico Marasco. “Abbiamo allargato l’iniziativa al resto della città, siamo già arrivati a 3mila sottoscrizioni e in autunno partirà l’azione legale vera e propria”. La Regione Lazio, dal canto suo, ha presentato un piano rifiuti che prevede l’installazione di nuovi Tmb e, soprattutto, l’apertura di una discarica nella Capitale.
No di Fareambiente alle soluzioni di Raggi e Zingaretti
Un progetto immediatamente respinto dalla Raggi, che teme possa diventare una nuova Malagrotta. A fare da contraltare ai due c’è Vincenzo Pepe, presidente di Fareambiente: “Da una parte c’è il piano di Zingaretti che è tardivo e inadeguato, dall’altra c’è la Raggi che è contraria a tutto, tranne a portare i rifiuti in Svezia e Bulgaria. Noi siamo favorevoli a una raccolta differenziata spinta e all’uso dei termovalorizzatori come fa Milano, Barcellona, Vienna”.
“Se lo fanno queste città moderne, perché Roma no? Perché non usare la tecnologia per produrre energia? Diciamo no all’ambientalismo talebano della Raggi e del ministro Costa”, chiosa Pepe. E mentre la politica si divide, Roma continua a essere sommersa di rifiuti.
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