"Salvini mangerebbe i figli...". L'odio della sardine a Roma

Nella piazza delle sardine romane, tra elettori del Pd ed ex grillini delusi

"Salvini mangerebbe i figli...". L'odio della sardine a Roma

Dovevano essere in 100mila ma, stando alle stime della Questura, sono molti di meno. La grande sfida dei numeri con Matteo Salvini è persa. Nella stessa piazza che il centrodestra aveva gremito con oltre 70mila persone nuotano appena 35mila sardine. Perlopiù si tratta di elettori del centrosinistra galvanizzati dalla novità. Gente che a guardala in faccia sembra uscita dal baule della nonna. “Voto a sinistra da una vita – ammette una settant’enne arrivata dalla Sardegna – ma le sardine mi hanno rigenerato”. “Finalmente una piazza viva, era proprio quello che ci voleva per dare una scossa al partito”, ragiona la signora. La speranza è che il movimento possa risvegliare lo spirito dormiente della sinistra che ha smesso di interessarsi ai guai delle classi subalterne lasciando campo libero ai sovranisti. “Ho votato il Pd credendo fosse un argine al populismo, invece, non è servito a nulla”, racconta rammaricata una ragazza.

La riscossa dei buoni sui cattivi, stando a quello che mormorano i pesciolini, dovrebbe partire proprio dall’Emilia-Romagna. “L’ultima volta l’affluenza ai seggi è stata bassissima, spero che le sardine riescano a risvegliare il senso civico della gente e che vinca Bonaccini”, spiega una donna di Modena. Non è la sola a pensarla così. Qui tutti si augurano che la Borgonzoni faccia un flop. Se lo augura anche Joy Olayanj che è la leader delle sardine parmigiane. Ai nostri microfoni la diciottenne ha ammesso che voterà il candidato di centrosinistra. “Le sardine – ci aveva detto – hanno sicuramente contribuito ad aumentare la popolarità di Bonaccini”. Attenzione però, se la grande marea anti-leghista servirà davvero a ingrossare i consensi del candidato dem, dopo cosa succederà? “Io voto il Pd, ma se le sardine dovessero diventare un partito non ci penserei due volte a cambiare parrocchia”, risponde senza giri di parole un ventenne.

Nel fiume di pesciolini ce n’è per tutte le gradazioni di rosso. Ci sono persino gli attivisti dei centri sociali, come quelli dello Spin Time Labs. Domani pomeriggio, infatti, l’occupazione di via di Santa Croce in Gerusalemme aprirà le sue porte alle delegazioni delle sardine per discutere di emergenza abitativa. Non mancano neppure i delusi dalle giravolte del Movimento. Quei pentastellati con il cuore a sinistra che non hanno perdonato a Luigi Di Maio l’alleanza con la Lega. “Penso che l’alleanza con Salvini non gliela perdonerò mai, è stata un vero tradimento”, attaccata una signora sulla settantina. “Di Maio? – prosegue – È un arrivista senza scrupoli”. “Mi aspettavo da loro una maggiore attenzione al sociale – attacca un altro pentastellato pentito – e invece non ci sono state”. “Come hanno potuto lasciare che venissero approvati dei provvedimenti così disumani come i decreti sicurezza?”. Adesso le speranze di quest’uomo sono tutte racchiuse nelle sardine. “Persone che hanno cuore e umanità, ragazzi di belle speranze che non hanno nulla a che fare con la Lega”.

Insomma, il branco di pesciolini che sguazzano all’ombra della basilica di San Giovanni è variegato. Ma un elemento comune c’è: ed è un’antipatia viscerale per Matteo Salvini e per chi lo ha votato. Anche se le sardine romane si spacciano per custodi del bon ton linguistico, basta nominargli il segretario del Carroccio per vederle avvampare di rabbia. Scoprendo così l’inganno. “Salvini è un mostro, sarebbe in grado di mangiare i propri figli pur di conquistare il potere”, dice una signora sulla sessantina. “Despota, dittatore, tiranno”, lo apostrofa un diciottenne. E ancora “razzista, xenofobo, fascista”. “Il problema – sentenzia un’altra – non è lui, ma il Matteo Salvini che sta nella testa delle persone”. Eh già, prosegue: “Dovrebbero tornare a scuola tutti quelli che lo votano”.

“La sinistra ha ricoperto la bellezza di scendere in piazza, dopo anni passati nei salotti”, ironizza la Meloni, vittima anche lei delle stilettate delle sardine. L’affondo peggiore in realtà glielo ha riservato Michele Santoro, che dalla piazza di San Giovanni l’ha paragonata a Hitler.

“Ma non era la piazza dell’amore?”, domanda polemica la Meloni. E ancora: “Ora speriamo di capire quali sono le rivendicazione della sinistra che scende in piazza e soprattutto perché non le attuano visto che sono al governo”.

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