Una rapina che ha dell’ingegnoso e che allo stesso tempo lancia un sonoro avvertimento. Era il pomeriggio del 9 ottobre quando a Dragoncello (periferia a sud di Roma) un 25enne, aprendo la porta a tre uomini che si erano dichiarati poliziotti, si era poi ritrovato sequestrato nel suo appartamento. Dopo avergli legato i polsi con delle fascette, i malviventi lo avevano minacciato per farsi rivelare il nascondiglio della cassaforte che però non erano riusciti ad aprire.
Due di loro sono stati ora arrestati dalle forze dell’ordine. Ancora ricercato il terzo uomo. A distanza di meno di un mese, insomma, la polizia, quella vera, ha dato un nome e un volto a due dei membri della banda. Arraffato qualche oggetto di valore, erano fuggiti a bordo di un furgone bianco, visti dalla vittima che era riuscita ad arrivare in strada, con le mani ancora bloccate per chiedere aiuto ai passanti. Sequestrato, ma pronto a reagire.
Gli agenti del commissariato di Ostia avevano trovato subito il mezzo utilizzato dai tre per scappare via e avevano arrestato un 50enne in libertà vigilata, a casa del quale era stata scovata parte della refurtiva, dello stupefacente con materiale per il suo confezionamento, due riproduzioni di pistole prive del tappo rosso e una finta placca della polizia. Da lì sono partite le indagini, per la ricerca dei due complici, che lunedì 3 novembre hanno portato all’arresto di un secondo rapinatore, con precedenti.
Quanto accaduto ricorda un altro furto avvenuto poco tempo fa nella capitale. In quell’occasione la vittima se li era trovati davanti all’improvviso. A volto coperto, accento romano. Erano entrati in casa utilizzando la lastra di una radiografia per far scattare la serratura della porta d’ingresso che non era stata chiusa con le mandate. Un classico. Ma una babysitter di 58 anni, siciliana d’origine ma da tempo a Roma, ha reagito con prontezza ai banditi che volevano svaligiare l’appartamento dei suoi datori di lavoro: una coppia di professionisti di una società che si occupa di energia.
Loro erano fuori casa e le avevano lasciato da accudire la figlioletta di appena sedici mesi.
La tata ha pensato proprio a lei quando i rapinatori hanno fatto irruzione nell’appartamento al sesto piano di un palazzo di viale dell’Umanesimo, all’Eur. Non di sera, ma a metà pomeriggio. Con la strada affollata. La donna è corsa a mettere al sicuro la piccola, chiudendola a chiave nella camera dove dormiva. Poi ha messo in fuga i rapinatori, andati via a mani vuote.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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