Un rave party gay nel palazzo salvato dall'uomo di Bergoglio

Il mega-rave abusivo di Capodanno nel palazzo occupato salvato dall'elemosiniere del Papa è andato in scena nonostante il divieto del questore

Un rave party gay nel palazzo salvato dall'uomo di Bergoglio

Da quanto l’elemosiniere del Papa, Konrad Krajewski, è intervenuto per riattaccare la corrente, la "fabbrica dello sballo" di via di Santa Croce in Gerusalemme 55 è tornata a macinare rave-party. L’ultimo si è tenuto la notte del 31 dicembre, in spregio alla diffida del questore notificata ad Andrea Alzetta e i suoi a poche ore dall’inizio maxi-evento abusivo. Carta straccia per gli occupanti dello Spin Time Labs che hanno i loro santi Oltretevere.

Sin da subito, infatti, gli squatter dei centri sociali hanno fatto sapere che sarebbero andati avanti per la loro strada incuranti dei divieti. E così il "Capodanno giovane, frocio, libero e ribelle" si è tenuto come da programma. All’insegna dell’illegalità. Non solo perché lo spazio in cui si è svolto è occupato abusivamente dal 2012 e, dall’epoca, non è stato pagato un centesimo di bollette. Anzi, dopo il blitz del cardinale, la centralina elettrica è stata messa sotto chiave e i tecnici di Acea non possono più accedervi per verificare i consumi. Ma anche perché l’incolumità delle migliaia di avventori e dei 450 inquilini è a rischio. Nell’ex sede Inpdap mancano le uscite di sicurezza e le vie di fuga e anche gli estintori, probabilmente, non vengono revisionati da un bel pezzo. Non è dato sapere se almeno dei buttafuori siano stati ingaggiati per monitorare l’evento al quale hanno preso parte quasi 5mila persone. Il piatto è troppo ricco per guardare a questi "dettagli", avranno pensato gli organizzatori. Il Messaggero parla infatti di un giro di affari di almeno 80mila euro, tra ingressi e consumazioni in nero, che sono finiti dritti dritti nelle tasche dei centri sociali. Un business che sfiora i 300mila euro annui e si maschera dietro alla solidarietà. Perché guai a ricordare agli abusivi che esistono delle regole.

Alla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, la prima a chiedere al Viminale di intervenire per vietare il party, hanno replicato dicendo che "anche i poveri hanno il diritto di festeggiare il Capodanno". Bella ipocrisia. Tra gli avventori del mega-rave di fine anno non c’erano i clochard della stazione Termini. Chi vive all’addiaccio si è accontentato di un programma più frugale: un pasto caldo e qualche coperta in più. In coda per entrare c’era invece un’orda di ragazzi determinati a ballare fino al mattino. Persone che hanno sborsato tra i 20 e i 10 euro di ingresso e che in alcuni casi sono arrivate nella Capitale da altre regioni pagando centinaia di euro di biglietto. E infatti, sempre come racconta il quotidiano di via del Tritone, non sono mancati gli inconvenienti. Attorno alle 2 la polizia è intervenuta per sedare una rissa e un’ora più tardi un ragazzo che aveva esagerato con l’alcol è stato portato via dall’ambulanza. Ma non solo. Il primo giorno del 2020 è anche quello delle polemiche. In tanti se la prendono con lo staff dello Spin Time perchè sono rimasti fuori dai cancelli dopo ore di attesa. Gente che aveva acquistato le prevendite su Eventbrite e che è stata letteralmente truffata. "Ho pagato in prevendita, sono salito dalla Calabria e mi avete sbattuto le porte in faccia. Infami", è uno dei tanti sfoghi comparsi sulla pagina Facebook dello Spin Time Labs.

Una storia diversa da quella che predicavano gli organizzatori alla vigilia del party. Il grattacielo di Spin Time Labs, scrivevano su Facebook, è "un palazzo occupato che non morde e semmai accoglie, include e dà spazio".

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