Tutti i ritardi di Zingaretti: ora è il caos negli ospedali della Capitale

Dal blocco delle ambulanze ai positivi ricoverati in pronto soccorso: la seconda ondata travolge gli ospedali della Capitale. La Regione annuncia la creazione di 6mila posti letto in più, ma il Covid ora minaccia i nosocomi, dove rischiano di saltare anche i percorsi protetti

Tutti i ritardi di Zingaretti: ora è il caos negli ospedali della Capitale

"Ieri c’erano almeno una settantina di ambulanze ferme fuori dagli ospedali con i pazienti a bordo, non si sa più dove metterli". Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, ci spiega al telefono come in queste ore moltissimi nosocomi romani stiano convertendo interi blocchi in reparti Covid, per poter dare assistenza a centinaia di positivi al virus che continuano ad affollare i pronto soccorso.

I pazienti Covid ricoverati nei pronto soccorso

Matedì l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato ha promesso un ampliamento dei posti letto, con un nuovo provvedimento regionale che dovrà metterne adisposizione "circa seimila" in più. Ma medici e sindacati sono scettici e puntano il dito contro i ritardi accumulati dalla giunta Zingaretti. I numeri sono impietosi. Nei giorni scorsi, secondo Il Messaggero, almeno 400 malati di coronavirus nei giorni scorsi sono stati ricoverate nei pronto soccorso o addirittura all’interno delle ambulanze. "La situazione è ancora critica e non è destinata a migliorare nei prossimi giorni", prevede Magi, che accusa la Regione Lazio di non aver saputo mettere a punto in questi mesi un piano di potenziamento della rete territoriale, per gestire i pazienti meno gravi a domicilio ed alleggerire il carico sugli ospedali.

Dello stesso parere è anche Stefano Barone, segretario provinciale del Nursind, sindacato degli infermieri. "L’assurdità non sono i numeri denunciati in questi giorni – dice raggiunto al telefono dal Giornale.it - ma l’impreparazione delle strutture per colpa dell’immobilismo regionale e delle singole aziende sanitarie". "Se a primavera non sapevamo con quale mostro dovevamo combattere – ragiona - oggi sappiamo bene quali sono le criticità da affrontare, eppure siamo a novembre e quasi tutti gli ospedali stanno mettendo in campo solo ora le procedure necessarie ad affrontare la seconda ondata". Per questo motivo, denuncia il sindacalista, la situazione è peggiorata rispetto alla scorsa primavera.

Il blocco delle ambulanze: oltre un'ora per un intervento

I reparti Covid si sono subito riempiti e ora le varie unità si stanno via via trasformando per offrire assistenza ai positivi. "Al San Camillo – assicura Barone - i posti letto occupati dai pazienti Covid sono almeno 100". Il rischio concreto, accusa Magi, è di non poter più offrire assistenza ai malati cronici. "Senza contare la prevenzione – continua il presidente dell’Ordine dei Medici – in Italia almeno il 65 per cento ha scelto di rimandare una visita di controllo o un’operazione a causa di questa situazione, questo ha dei costi sia umani che sanitari".

A preoccupare è anche il nodo delle ambulanze. "Già normalmente si fa fatica a gestire le chiamate per il fenomeno del blocco barelle dovuto alla mancanza dei posti letto – accusa Barone – ora che la situazione è resa ancora più complicata dal Covid il risultato è che il personale si trova a gestire dei veri e propri ricoveri all'interno delle ambulanze e che ci sono pochissimi mezzi disponibili sul territorio per le emergenze". È quello che denunciano in queste ore anche molti utenti sui social network. Chi si trova coinvolto in un incidente stradale o è vittima di un malore, in questi giorni, nella Capitale, può arrivare ad aspettare anche diverse ore l’arrivo dei soccorsi. La risposta che viene data dagli operatori in difficoltà, secondo le denunce su Facebook, è sempre la stessa: "Non ci sono ambulanze disponibili a causa dell'emergenza Covid".

I sindacati: "Mancano all'appello almeno 3mila infermieri"

Poi c’è la questione del personale. "Senza un piano straordinario di assunzioni la sanità del Lazio rischia di fermarsi, e il pericolo è che questo avvenga proprio nel momento di maggior bisogno", hanno denunciato nei giorni scorsi Cgil, Cisl e Uil, chiedendo un incontro urgente alla Regione. "I buchi di organico – scrivono i sindacati - non riguardano soltanto gli infermieri, ma tutto il personale delle professioni sanitarie".

Secondo Barone, del Nursind, mancherebbero all’appello quasi 3mila infermieri. Numeri che potrebbero essere stimati a ribasso, visto che non tengono conto dei pensionamenti anticipati. "Perché nessuno ha pensato ad un programma di formazione per rinforzare l’organico?", si domanda. "In queste settimane - conclude il sindacalista - abbiamo scelto, con grande senso di responsabilità di non scioperare, ma i problemi sono tanti e la Regione deve ascoltarci".

Intanto oggi l’assessore alla Salute, Alessio D’Amato martedì ha incontrato il segretario regionale di Anaoo Assomed, Guido Coen Tirelli, che nei giorni scorsi aveva denunciato il caos nei nosocomi capitolini, annunciando non solo la creazione di nuovi posti letto per garantire percorsi e sicurezza, ma anche l’ingaggio di specializzandi e neo laureati in medicina.

Caos in corsia: "Pazienti Covid insieme ai negativi"

Nel frattempo però la situazione resta critica. "Quello che più mi preoccupa è il rischio che saltino i percorsi Covid, sono troppe le segnalazioni arrivate negli ultimi giorni di pazienti negativi che si sono trovati insieme a pazienti positivi in attesa nei pronto soccorso ma anche nei reparti", denuncia Chiara Colosimo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia.

"Tutto ciò mette a rischio pazienti quanto il personale sanitario ed infermieristico che, già sottodimensionato, rischia di cadere sotto il virus”, prosegue l'esponente del partito di Giorgia Meloni, che fa

sapere come in questi giorni al San Camillo "la direzione si è vista costretta a diramare una sorta di promemoria con i comportamenti da tenere per prevenire la diffusione del virus all'esterno e all'interno dell'ospedale".

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