Vittima e carnefice a Palazzo Chigi

Un impiegato di Palazzo Chigi era stato preso di mira da un collega, un funzionario 65enne, poi arrestato e denunciato per stalking

Vittima e carnefice a Palazzo Chigi

Brutta avventura per un impiegato di Palazzo Chigi, 40enne e padre di due figli, che era diventato vittima di un funzionario, un 65enne poi denunciato e arrestato per stalking. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero inizialmente le denunce non erano servite a molto, come anche il divieto di avvicinamento che era stato emesso dal giudice lo scorso aprile. Nulla sembrava poter fermare quel funzionario degli uffici impiegati nella stesura dei decreti legislativi, che continuava imperterrito a pedinare il collega fino alla sua abitazione.

Tutto in una notte

Con il tempo la situazione è diventata però insostenibile, e giovedì 2 giugno sono scattate le manette. A chiamare le forze dell’ordine ci hanno pensato i residenti di via Ada Negri, quartiere Talenti, nel Municipio III, dopo che lo stalker aveva distrutto a suon di bastonate la vettura della sua vittima, frantumandole i vetri e la carrozzeria. Non contento, il funzionario aveva terminato il suo lavoro squarciando le gomme e distruggendo i blocchetti delle aperture. Ovviamente il rumore aveva fatto sobbalzare i residenti della zona e fatto scattare gli allarmi di case e altre automobili parcheggiate. Appena ricevuta la chiamata di intervento, è arrivata sul posto una volante della polizia che ha trovato il 65enne in piedi accanto all’automobile, ridotta ormai a un rottame, impegnato a urinare sulla fiancata.

Gli agenti hanno quindi avviato la procedura di riconoscimento dell’uomo e, una volta incrociati i dati nel database è saltato fuori il divieto di avvicinamento disposto nei suoi confronti. Durante la perquisizione dell’auto dello stalker è stato trovato un binocolo, che l’uomo usava per controllare la sua vittima, e una mappa della città segnata a biro in cui annotava i vari spostamenti del 40enne. Tutto è stato sequestrato e messo nel fascicolo di indagine. Dopo essere stato arrestato e ammanettato, il funzionario è stato condotto presso il carcere romano di Rebibbia dove si trova adesso in attesa di processo.

Ancora ignoto il movente

L’impiegato vittima del 65enne ha poi confermato agli agenti quanto subito dal collega in tanti mesi:“Ormai le minacce e le persecuzioni da settimane erano all'ordine del giorno. Vivevo in un incubo da cui non riuscivo a uscire e con il timore che anche i miei figli e mia moglie finissero nel mirino di quel folle”. La polizia ha acquisito anche dei filmati registrati da alcune telecamere di videosorveglianza in occasione della prima denuncia, nei quali si vede l’indagato aggirarsi in piazza San Lorenzo in Lucina. Anche in quel video il 65enne se la prendeva con un’auto. Ancora da capire il movente che abbia spinto il funzionario a comportarsi in quel modo.

La vittima avrebbe parlato solo di alcune incomprensioni e piccole divergenze nate sul luogo di lavoro. “Non riesco a capire cosa sia accaduto tra noi - ha affermato il 40enne - come sia potuta degenerare così la situazione prima in ufficio e poi al di fuori. Ero esasperato e impaurito”.

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