Perfettamente in accordo con i tempi difficili e con la sempre più ampia diffusione di internet, la Yamaha opta per una presentazione virtuale della sua stagione 2009, con il doppio obiettivo di entrare in tutte le case e di risparmiare sulle «spese superflue», tanto per dirla con le parole di Lin Jarvis, numero uno di Yamaha Racing. Ma, diciamo la verità, se già le classiche presentazioni, quelle alle quali eravamo abituati fino a ieri, erano piuttosto noiose, quelle attraverso la rete sono a dir poco soporifere, praticamente inutili e con pochissimi spunti interessanti. E, soprattutto, è tutto finto. Come il filmato iniziale, con Lin Jarvis e i due team manager Davide Brivio e Daniele Romagnoli che aspettano in un salottino l'arrivo dei due piloti, Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, perennemente in ritardo. Nell'inquadratura successiva, i due corrono appaiati tra i corridoi della filiale italiana di Gerno di Lesmo (Monza), base operativa del reparto corse della Casa giapponese, in una copia non troppo riuscita di uno spot Mercedes del 2007, dove i due piloti di F.1 Fernando Alonso e Lewis Hamilton, allora compagni di squadra, gareggiavano su tutto, senza che uno riuscisse a primeggiare sull'altro. Di vero, c'è solo la grande rivalità tra Rossi e Lorenzo, che come Alonso e Hamilton non si possono vedere, tanto che anche nel 2009 il box sarà diviso da un muro. Una soluzione obbligatoria nella passata stagione, perché Valentino correva con le Bridgestone e Lorenzo con le Michelin, ma che viene mantenuta anche quest'anno, nonostante la MotoGP abbia adottato il monogomma (Bridgestone).
«Abbiamo due galli in un pollaio - è la giustificazione di Brivio -, due piloti in lotta per la vittoria. Nel 2008, questa soluzione è stata vincente: con il muro in mezzo al box, entrambi si possono esprimere liberamente, senza tensioni interne. Credo che il nostro esempio sarà seguito da altre squadre, anche perché in alcuni box c'è un muro invisibile molto più spesso del nostro (Brivio non lo dice, ma si riferisce alla Honda con Pedrosa e Dovizioso, ndr)».
Un argomento che imbarazza un po' Lorenzo, poco a suo agio nell'intervista virtuale.
«La decisione di mantenere il muro è della Yamaha e non ho molto da dire», taglia corto il 22enne spagnolo, protagonista nel 2008 di prestazioni strepitose, tra le quali la vittoria alla terza gara, ma anche di cadute da paura, che a metà stagione ne hanno minato la sicurezza. Ma se troverà continuità, sarà un avversario ostico; lo sa bene anche Rossi.
«I miei avversari principali - conferma - saranno ancora Stoner e Pedrosa, ma Lorenzo, con un anno di esperienza e il monogomma, sarà difficile da battere».
Scongiurato il pericolo dell'appagamento dopo aver conquistato l'ottavo titolo («guidare la moto in pista e cercare di andare sempre più forte, lavorare con questo gruppo mi rende felice e motivato»), Valentino assicura gli appassionati di motociclismo sul suo futuro. «Dove mi vedo fra cinque anni? Non lo so, spero di correre ancora in moto». Con l'obiettivo, magari, di raggiungere e battere qualche primato di Giacomo Agostini, il numero uno del motociclismo con i suoi 15 titoli iridati e le 122 vittorie.
«Non sono tanto lontano (97 successi per Vale, ndr) e se vorrò cercare di batterlo dovrò correre ancora per un po'. Ma più che raggiungere Agostini, cercherò di conquistare qualche altro titolo».
Conquiste sicuramente alla sua portata, visto il Rossi del 2008. Più difficile, come ammette lui stesso, fare progressi nella conoscenza della lingua inglese. «Mi piacerebbe migliorarlo, ma so già che non ce la farò».
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