Ruberie eoliche

I tedeschi hanno un problema: il loro sistema elettrico non è tanto stabile da evitare i black-out. Noi italiani abbiamo un problema: chi ci governa intende adottare, nel campo della produzione elettrica, il sistema tedesco. Lo ha dichiarato Romano Prodi, sta scritto nel programma dell'Unione (quello, ricordate?, «per il bene dell'Italia»), lo hanno ribadito 10 ministri (10!), Bersani in testa, nel disegno di legge n. 691 da essi presentato lo scorso giugno, e lo hanno ribadito 10 senatori (della Margherita, Verdi e Comunisti di varia estrazione, Udo Ronchi in testa) in altro disegno di legge, il n. 786, per molti altri aspetti in contrasto col n. 691. La domanda sarebbe spontanea: ma tra di loro si parlano? Meglio soprassedere.
Ebbene, durante la legislatura coi Verdi al governo, la Germania ha fatto una cosa unica al mondo: ha installato 18 GW (gigawatt) di potenza eolica e ha chiuso uno dei suoi reattori nucleari, rimanendo con circa 18 GW di potenza nucleare. Solo che, mentre i 18 GW nucleari forniscono ai tedeschi il 30% dell'energia elettrica che consumano, i 18 GW eolici forniscono meno del 5%: 18 GW eolici installati, insomma, equivalgono a 3 GW erogati, per la semplice ragione che il vento si ostina a non soffiare come i Verdi desiderano.
Si potrebbe erroneamente pensare che quei 18 GW eolici potrebbero far chiudere almeno 3 GW di quegli odiati impianti convenzionali, nucleari o a carbone (oltre il 50% dell'energia elettrica tedesca è prodotta col carbone). A parte il fatto che evitarsi 3 GW nucleari, che costano 6 miliardi, per installare 18 GW eolici, che costano 18 miliardi, non sembra proprio una gran furberia, bisogna aver chiaro che quei 18 GW eolici non consentono, per ragioni tecniche, la chiusura di neanche 1 GW convenzionale. Come mai? Per la semplice ragione che quando il vento non soffia come vorrebbero i Verdi non ci si può semplicemente accontentare di rinunciare all'energia erogata, visto che il vento non ci informa in anticipo quando intende smettere di soffiare sì da consentirci di abbassare volontariamente le luci. Per evitare fastidiosi black-out, è necessario allora che vi siano, comunque, impianti convenzionali, accesi e pronti a partire, in caso di caduta a picco della potenza eolica. Accadono queste cadute vertiginose? Perbacco, se accadono: nel 2004, il massimo della potenza eolica tedesca occorse alle 9:15 del 25 dicembre, quando si registrò una potenza di 6 GW; dopo 10 ore la potenza eolica erogata scese a 2 GW, sino a quasi annullarsi a mezzogiorno del giorno dopo. La differenza di 4 GW tra le 9 del mattino e le 7 della sera di quel Natale fu colmata da 4 impianti convenzionali da 1 GW ciascuno; e a mezzogiorno di S. Stefano furono 6 gli impianti convenzionali a colmare la caduta di potenza.
Allora, la domanda è: quanta potenza eolica sarebbe necessaria per poter chiudere, con ragionevole sicurezza, almeno 1 impianto convenzionale da 1 GW? La sconfortante risposta è che sarebbero necessari 24 GW eolici (24000 turbine eoliche!): bisogna spendere 24 miliardi per evitare di costruire un impianto convenzionale che, se nucleare (il più costoso), costerebbe 2 miliardi. Se l'eolico - e per la stessa ragione anche il fotovoltaico - non è una gran furberia, esso è certamente una gran ruberia.

A favore dei commercianti di turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, ma a danno dei contribuenti, col cui denaro questo governo vuole incentivare impianti che sono inutili e dannosi. Per carità di Dio, qualcuno ci salvi.
Franco Battaglia

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