Con «Run4mi» Milano porta la beneficenza a New York

Un piccolo esercito di maratoneti è pronto a prendere l’aereo. Destinazione: New York. Nella valigia: scarpette da corse, maglietta e pantaloncini corti. Anche quest’anno Milano partecipa in massa alla più importante maratona del mondo: 42 chilometri e 195 metri attraverso gli scorci più suggestivi della Grande Mela.
Alla gara, che prenderà il via domenica, sono iscritti 450 milanesi. Numero che fa del capoluogo lombardo la terza città più rappresentata al mondo, dopo Londra e Parigi. E che contribuisce a fare dell’Italia il primo Paese in assoluto, con 3.600 partecipanti. Non solo maratoneti professionisti, ma anche comuni cittadini e personalità dello spettacolo e della società civile. Pronti a scendere sull’asfalto di New York con tre obiettivi: raccogliere fondi in favore dell'Associazione bambini cardiopatici nel mondo, nell’ambito della terza edizione di «Run4Mi», che l’anno scorso ha donato più di 72mila euro; lanciare l’apertura della sede newyorkese della Triennale, che aprirà di fonte al Moma entro il 2010; far conoscere in tutto il mondo la maratona di casa: la Milano city marathon che quest’anno prenderà il via l’11 aprile precedendo di tre giorni il Salone del mobile.
«Siamo un gruppo di grandi amici che si ritrova a New York per un’avventura alla quale crediamo: raccogliere fondi, attraverso le nostre scommesse, in favore dei bambini cardiopatici» spiega l'assessore comunale a Moda ed Eventi Giovanni Terzi, in procinto di partire insieme con il deputato del Pdl Maurizio Lupi, la medaglia olimpica Alberto Cova, il campione di calcio Beppe Bergomi, la conduttrice Mara Venier e l'immancabile Linus. «Inoltre, vogliamo far conoscere la maratona di Milano in tutto il mondo. Per questo da quest’anno Linus è il presidente onorario. Dobbiamo far decollare una grande operazione di marketing per la nostra città».
Sfida immediatamente raccolta dal neo presidente: «New York e Londra sono maratone con una grande connotazione benefica - commenta Linus -. Quando ho corso in America per la prima volta nel 2002 mi hanno colpito i messaggi di solidarietà stampati su tutte le magliette dei partecipanti.

La mia sfida sportiva è battere Lupi e restare fra 3 ore 30 e 3 ore 40. Quella vera, però. È convincere i milanesi che a Milano si può correre. Non vedo cosa abbiamo in meno di molte altre città italiane nelle quali la maratona ha successo ed è guardata con rispetto».

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