
Taglio del nastro alla Fiera di Rho per la 63esima edizione del Salone del Mobile che animerà i padiglioni fino a domenica con oltre 2mila espositori provenienti da 37 Paesi (ingresso al pubblico solo nel week end). Un'edizione che si apre con l'incognita dazi: «Ora che il quadro internazionale si fa ancora più complesso, è fondamentale trovare una via per preservare l'accesso delle nostre imprese al mercato statunitense, il primo mercato extra-Ue - premette la presidente Maria Porro -. Quella in corso è una partita che l'Italia deve giocare al tavolo con l'Europa con una strategia negoziale che eviti l'escalation dei dazi», sostiene chiedendo «nell'immediato» sostegno finanziario alle aziende. Nel frattempo il governo è al lavoro per «preparare il confronto con le imprese - spiega il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso - per realizzare in maniera condivisa la nostra risposta» alla situazione creata dai dazi Usa «sul piano europeo, internazionale e sicuramente sul piano italiano, nel quale anche la Borsa di Milano è coinvolta». Per il sindaco Beppe Sala «dobbiamo essere attenti a non sottovalutare la forza di questo settore nè la forza che questo territorio e che questo settore hanno», ha aggiunto ricordando che i primi sei mesi dell'anno «i nostri aeroporti hanno registrato un altro più 10% quindi dobbiamo essere positivi. Ci aspettiamo in questa settimana circa 800mila persone in città - ha concluso -, che significa impegno ma anche tanto lavoro».
Così il Fuorisalone quest'anno si espande in 18 quartieri - arrivando anche in perferie come il Corvetto e lo Stadera grazie Performing Architecture il progetto di Base che ripensa il ruolo degli spazi urbani - per 1600 eventi complessivi. Quartiere generale del Fuorisalone è Zona Tortona che 25 anni fa ha debuttato con le installazioni al Superstudio Più dando il via alla Design Week e agli eventi diffusi. Oggi celebra il suo anniversario con una mostra di pezzi iconici - «Unforgettable» curata da Giulio Cappellini e Leonardo Talarico - delle aziende che in questi anni si sono alternate nei capannoni industriali. «Una mostra che è un percorso tra sogno e immaginazione pensato soprattutto per le nuove generazioni - spiega la padrona di casa Gisella Borioli - che escono dalle scuole senza conoscere i masterpiece del design italiano recente». «Superdesign show» è nato, infatti, con l'idea di non creare un evento fieristico, ma una sorta di museo dove andare a emozionarsi, incuriosirsi, vivere delle esperienze, un format che poi tutti hanno copiato.
Nel 2000, quando nacque, la Design week non era organizzata in quartieri come adesso, oggi è diventato un evento «monstre». «Qui entriamo nel discorso della quantità e della qualità - spiega Borioli - impossibile averli a questi livelli. Noi abbiamo mantenuto la qualità perchè facciamo un investimento negli anni sugli spazi, li abbiamo rinovati e riqualificati, diciamo dei sì ma anche tanti no. Chi, invece, prende in affitto delle location per subaffittarle ha l'urgenza di riempirle, e quindi non ha il tempo nè l'opportunità di fare tanta selezione». Da qui l'idea di «creare dei percorsi nel Fuorisalone per aiutare i visitatori stranieri a orientarsi e a scegliere. A parte certi punti focali di riferimento - racconta la direttrice - c'è tanto da vedere e da scoprire, ma non è facile».
Forza e limite del Fuorisalone sono l'individualismo e la spontaneità che se da un lato garantiscono l'originalità delle proposte, dall'altro impediscono di «dare un'organizzazione» e di dare una direzione. «Ci vorrebbe una Camera del design che certifichi e faccia un focus sulle proposte, mettendo ordine a vantaggio dello straniero affamato di design» conclude Borioli.
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