All’indomani della Giornata Mondiale dell’Udito, emergono i dati relativi ai disturbi più diffusi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità attesta come il 5% della popolazione mondiale presenti una riduzione dell’udito significativa, tanto che essa potrebbe anche incidere sulla qualità della vita. Si stima che entro il 2050 una persona su 10 subirà una perdita dell’udito disabilitante. Attualmente il 37% delle persone che soffrono di ipoacusia ha oltre 74 anni, ma il problema è molto diffuso tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
L’ipoacusia si contrasta normalmente con l’utilizzo dell’apparecchio acustico, eppure 5 milioni di italiani soffrono del disturbo ma non lo utilizzano, mettendo così a rischio la propria autonomia, in casa e fuori casa. L’ipoacusia senza apparecchio può crescere del 21% la possibilità dell’insorgere della demenza e del 43% la depressione negli uomini.
L’Oms avverte anche che il problema dell’udito può essere prevenuto attraverso controlli capillari. Le persone maggiormente a rischio sono gli adulti di età superiore ai 50 anni, coloro che sono esposti per lavoro a rumori continui, chi ascolta la musica ad alto volume e naturalmente coloro che sono già predisposti a disturbi dell’udito.
Gli stili di vita influiscono infatti grandemente sulla salute delle orecchie - e l’abitudine della musica ad alto volume negli auricolari rappresenta quel fattore che ha accresciuto il tasso di ipoacusia tra i giovanissimi.
È fondamentale quindi non trascurare i primi sintomi, in modo da intervenire in tempi brevi: a volte la perdita d'udito è poco percettibile, perché analogamente ai disturbi della vista, capita di sottovalutare la questione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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