La cistite, ovvero l'infiammazione della mucosa vescicale, è purtroppo un disturbo assai diffuso, soprattutto fra il sesso femminile. Secondo le statistiche, circa l'11% delle donne soffre di un episodio all'anno e per il 5% di esse la problematica diventa ricorrente.
Tali dati, tuttavia, sono sottostimati. Si ritiene, infatti, che il 50% delle flogosi non sia sottoposta all'attenzione medica e dunque, che non venga di conseguenza curata. Oltre i 65 anni l'incidenza cresce in maniera uguale in entrambi i sessi e ciò è dovuto sia a cause anatomiche (prolasso vescicale, ipertrofia prostatica), che a motivi funzionali (incontinenza, uso di cateteri). La cistite può essere acuta, subacuta o cronica.
Se non trattato in maniera adeguata, il processo infiammatorio tende non solo a ripresentarsi, ma anche a cronicizzarsi. In quest'ultimo caso non è raro che il disturbo possa estendersi alle vie genitali o alle alte vie urinarie, scatenando così una pielonefrite, ovvero una malattia infiammatoria del rene e del parenchima renale. Soffrire di cistite comporta una serie di fastidi anche intensi, ma la buona notizia è che con una corretta alimentazione è possibile contrastare l'infiammazione e prevenire le ricadute. Scopriamo, dunque, qual è la dieta più indicata.
Quali sono le cause della cistite?
In condizioni normali l'urina contenuta nella vescica è sterile e quest'organo presenta una notevole resistenza alle infezioni. Alle volte, però, subentrano situazioni che debilitano l'organismo, rendendolo maggiormente predisposto all'azione nociva dei batteri che popolano l'ultimo tratto dell'intestino, in particolar modo l'Escherichia Coli.
I microrganismi sono in grado di raggiungere la vescica per via ascendente (risalgono lungo l'uretra dopo la defecazione), per via discendente (scendono giù dai reni) o ematica. Le cause della cistite sono numerose:
- eccessiva o scarsa igiene intima;
- sistema immunitario debilitato in seguito a stress, alimentazione irregolare e terapia antibiotica;
- rapporti sessuali;
- diabete: la presenza di glucosio nelle urine favorisce la proliferazione batterica;
- uso del catetere;
- utilizzo frequente di biancheria intima e pantaloni troppo aderenti;
- malattie sessualmente trasmissibili come la gonorrea;
- uso di assorbenti interni, di creme spermicide e del diaframma;
- diverticoli.
I sintomi della cistite
I sintomi della cistite variano a seconda dell'età, del sesso e delle condizioni fisiche del soggetto (fattori intrinseci), ma anche in base alla tipologia del microrganismo infettante e alla carica batterica (fattori estrinseci). Il grado di intesità delle manifestazioni, poi, è maggiormente marcato nelle forme acute e più sfumato in quelle croniche. Generalmente la febbre non è presente, tuttavia la presenza di qualche linea oltre il limite potrebbe segnalare un'eventuale propagazione dell'infezione alle alte vie urinarie. I segni clinici del disturbo sono facili da riconoscere e includono:
- disuria: difficoltà nell'urinare. La minzione, lenta e poco copiosa, richiede uno sforzo eccessivo. I muscoli appaiono contratti, il volume e la forma del getto subiscono modifiche. Quest'ultimo può anche arrestarsi;
- tenesmo vescicale: spasmo doloroso a cui segue un bisogno impellente di urinare;
- bruciore o algia durante la minzione, spesso accompagnata da brividi di freddo;
- pollachiuria: aumento del numero di minzioni durante il giorno. Può essere transitorio o permanente;
- urine torbide e maleodoranti: talvolta in esse è presente anche sangue (ematuria) e pus (piuria).
La dieta per combattere la cistite
La prima regola "naturale" per contrastare e prevenire la cistite è bere molta acqua, non meno di due litri al giorno. Spesso, quando si soffre di questo disturbo, si tende a non idratarsi in maniera corretta per timore di dover urinare spesso e, dunque, di sentire dolore durante la minzione. Nulla di più sbagliato. L'acqua, infatti, è in grado di lavare localmente la mucosa, di diluire le sostanze tossiche e di allontanare gli eventuali batteri presenti. La lotta si sposta poi a tavola, con il consumo di alimenti funzionali e con l'esclusione o la limitazione, invece, di cibi dannosi per il processo flogistico.
Tra i primi rientrano senza dubbio i mirtilli, in particolare quelli rossi. Studi scientifici hanno dimostrato l'efficacia delle proprietà antinfiammatorie e antiflogistiche di queste bacche. L'acido citrico, l'acido malico, le antocianine e i polifenoli in esse contenuti creano una protezione che impedisce ai batteri di annidarsi lungo le pareti vescicali. Il consumo di mirtillo rosso, un vero e proprio disinfettante del tratto urinario, è però sconsigliato in chi soffre di insufficienza renale o in chi è soggetto a calcolosi.
Andrebbe, poi, privilegiato un regime alimentare con un elevato residuo acido che, oltre a diminuire il pH delle urine, favorisce una minore adesione dei
microrganismi alle pareti della vescica. È necessario, quindi, inserire nella dieta cibi a effetto acidificante e limitare quelli alcalinizzanti. Via libera a:- verdura;
- frutta;
- cereali integrali;
- erbe aromatiche;
- aglio e cipolla;
- pesce fresco;
- latte fermentato e derivati;
- formaggi freschi.
Sconsigliato, invece, il consumo di:
- spezie e formaggi piccanti;
- dolci;
- insaccati;
- alcol;
- tè e caffè;
- bevande zuccherate.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.