Riccardo Cervelli
Dall'atletica al nuoto, dal basket al judo, dallo sci all'equitazione, dal tiro con l'arco ai viaggi estremi. Sono ormai moltissimi gli sport che possono essere svolti dalle persone con disabilità. Con soddisfazione sia dei praticanti sia delle comunità in cui vivono. Non si è ancora spenta l'eco della notizia che, a metà luglio, un giovane atleta con sindrome di Down ha salvato una bimba di 9 anni che rischiava di annegare. Lo sport fa bene alla salute fisica e psichica di chi lo pratica e sviluppa valori positivi nelle persone e nella società. È un diritto che va esteso a tutti, a cominciare dalla possibilità di accedervi a livello amatoriale, per arrivare al sostegno delle attività più agonistiche. Le cronache sportive degli ultimi anni sono piene di notizie riguardanti atleti diversamente abili che hanno conseguito record o comunque risultati lusinghieri.
Già, ma come rendere più visibili e come sviluppare occasioni che permettano alle persone con diverse disabilità di non essere esclusi da quelle impegnative ma affascinanti, divertenti e socializzanti attività umane che sono quelle sportive? «Chi vuole fare sport e ha una disabilità incontra oggi diverse barriere», sostiene Enrico Resmini, presidente di Fondazione Vodafone Italia, istituzione creata dall'operatore di telefonia e servizi Internet nel 2002, proprio con l'obiettivo di promuovere attività di servizio e di solidarietà sociale a favore della comunità e dei soggetti in situazioni più disagiate.
È proprio l'innovazione digitale sempre più pervasiva nella vita quotidiana delle persone che è in grado di rimuovere alcuni degli ostacoli che si frappongono tra le attività sportive e chi ha problemi di diversa natura, di salute o di disagio economico e sociale. In particolare, risultano utili nuovi modelli di comunicazione e di economia, basati sul web, che si chiamano community e crowdfunding (raccolta di fondi presso un grande bacino di potenziali finanziatori). Negli ultimi anni questi paradigmi si sono molto diffusi, in maniera spesso parcellizzata in riferimento a progetti specifici, tipologie di problematiche, fondazioni e associazioni non profit che creano e lanciano i propri strumenti social. L'idea originale venuta recentemente alla Fondazione Vodafone - e che può capitalizzare sulla notorietà dell'azienda di telecomunicazioni alle sue spalle - è stata quella di creare un unico hub digitale a disposizione di chiunque sia a qualunque titolo interessato al tema sport e disabilità. Una piazza virtuale accessibile da pc e da dispositivi mobili all'indirizzo ognisportoltre.it.
«OSO, cioè Ogni Sport Oltre, spiega Rosmini - si fonda su 5 elementi: una piattaforma crowdfunding in cui i progetti possono essere finanziati direttamente dagli italiani; un portale di informazione, con strutture classificate e geolocalizzate; una sezione con news ed eventi; un marketplace dove trovare ausili per la pratica sportiva; infine un social network dedicato, in cui condividere storie ed emozioni». Sul sito sarà possibile, per esempio, seguire giorno per giorno il viaggio da Milano a Capo Nord dell'atleta paraolimpico Andrea Devincenzi e di Massimo Spagnoli. Ma non si può non provare motivi di interesse e di ispirazione anche navigando all'interno di iniziative con protagonisti più vicini alla realtà quotidiana di tutti, come gli ospedali, le società sportive locali o gli oratori.
La piattaforma ospita già circa 40 progetti nazionali e locali selezionati attraverso un bando da 1,9 milioni di euro conclusosi in maggio. Il progetto gode già di importanti partnership, incluse quelle con Cip - Comitato italiano paralimpico - e un altro brand tecnologico di eccellenza: Huawei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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