Nasce in Italia la nuova tecnica per combattere le leucemie dei bambini

Brevettato a Roma un nuovo metodo per sconfiggere le malattie del sangue: d'ora in poi si potranno utilizzare le cellule staminali di donatori incompatibili

Nasce in Italia la nuova tecnica per combattere le leucemie dei bambini

Combattere la leucemia con il trapianto di cellule staminali da donatori incompatibili: da oggi si può. È il risultato di una nuova sperimentazione messa a punto dai ricercatori dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù e sviluppata su bambini affetti da leucemie e tumori del sangue.

Si tratta di una tecnica rivoluzionaria con la quale sarà possibile trapiantare sui bambini affetti da leucemia il midollo osseo di uno dei due genitori, con percentuali di guarigione equivalenti a quelle che si avrebbero utilizzando il midollo di un donatore perfettamente compatibile.

I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale "Blood", un magazine leader nel settore in campo ematologico e trapiantologico. Questa nuova metodologia, già utilizzata in passato per combattere le immunodeficienze e altre malattie genetiche, rappresenta una terapia salvavita per i pazienti affetti dalle malattie del sangue.

Per tanti anni, l'unico donatore impiegato per il trapianto di midollo è stato un fratello o una sorella immunogeneticamente compatibile con il paziente. Ma la possibilità che due fratelli siano compatibili è di circa il 25 per cento: per questo motivo, è stato creato un registro di donatori volontari di midollo osseo che annovera al momento 29 milioni di persone.

Tuttavia, nel 30/40 per cento dei casi è successo che il paziente non trovasse un donatore idoneo: ecco perché la ricerca ha lavorato per consentire di utilizzare uno dei due genitori come donatore di cellule staminali emopoietiche, nonostante l'utilizzo di queste cellule rischi di causare gravi complicanze, fino alla morte del paziente.

Il lavoro dei ricercatori dell'ospedale Bambin Gesù va proprio nella direzione di trovare un'alternativa ai sistemi potenzialmente nocivi utilizzati negli ultimi anni. D'ora in avanti sarà possibile eliminare le cellule pericolose (linfociti T alfa/beta+) lasciando elevate quantità di cellule buone per proteggere il bambino da infezioni severe e dalla ricaduta della malattia.

Le sperimentazioni dell'ospedale della Santa Sede, co-finanziate dall'Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), hanno portato a un aumento del 70 per cento delle possibilità di guarigione dalle leucemie acute, un risultato ricavato dall'applicazione della nuova procedura di trattamento su 80 pazienti.



Infine, il rischio particolarmente basso di sviluppare complicanze a breve e lungo termine correlate al trapianto ottenuto grazie a questo nuovo approccio metodologico rende questa procedura un traguardo solo pochi anni fa impensabile e, oggi, una realtà potenzialmente applicabile a centinaia di altri bambini nel mondo.

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