L’ordine dei medici di Bologna dà il patrocinio al congresso organizzato dalla Fondazione Di Bella. Il convegno, dal titolo “Evidenze scientifiche non valorizzate in oncoterapia” è in programma sabato a Bologna (aula magna dell’università, via Belmeloro 14) dalle 9 alle 18.30. L’ ingresso è libero. È la prima volta che un ordine dei medici riconosce il valore scientifico del metodo Di Bella, non solo patrocinandone il convegno ma favorendo la partecipazione anche fra i non dibelliani. Il presidente dell’ordine dei medici bolognese, Giancarlo Pizza, infatti, illustrerà proprio sabato i risultati di una sperimentazione da lui condotta, in collaborazione con l’università di Firenze, su 360 malati di carcinoma renale metastatico a cui è stato iniettato un vaccino.
Dottor Pizza, il patrocinio al convegno significa che riconoscete il valore della terapia Di Bella?
“Stiamo dando il patrocinio a un convegno che ha basi scientifiche, i cui lavori sono stati sottoposti al vaglio dell’ordine dei medici di Bologna. Ossia, gli argomenti che verranno dibattuti sono stati valutati e approvati da una commissione incaricata. Questo non significa che stiamo dando la patente al metodo Di Bella ma che prendiamo atto che ci sono colleghi che fanno osservazioni e ottengono risultati che si ritiene giusto che vengano proposti alla comunità scientifica”.
Come mai non collimano i risultati della sperimentazione del ’98 con le storie cliniche dei pazienti guariti?
“Non sono in grado di entrare nel merito della sperimentazione del ’98, so che sono state fatte delle critiche ma non le conosco. Tuttavia, prendo atto che ci sono medici che ottengono risultati. Ed io non posso dire a questi colleghi che stanno sostenendo posizioni non vere”.
Il patrocinio bolognese capita a soli due mesi di distanza dalla sanzione che un altro ordine dei medici, quello di Bari, inflisse a un medico, reo di aver prescritto la cura Di Bella. Il presidente barese, Filippo Anelli, responsabile del provvedimento, lo motiva così: “Mi occupai io dell’esposto non perché il collega avesse prescritto i farmaci del metodo Di Bella ma perché aveva approfittato della sua posizione per speculare su un malato (forse su più di uno). Mi arrivò la segnalazione ed io fui obbligato a intervenire. Un ordine professionale non entra nel merito (non guarda se la cura è scientifica o meno) ma controlla se è rispettata la deontologia professionale. Questo vuol dire che un medico, in scienza e coscienza, se ritiene che faccia bene al malato, può anche prescrivere la cura Di Bella”.
Così al convegno di sabato interverranno non solo medici dibelliani ma anche studiosi di varie università, italiane e straniere. Si va dal virologo Giulio Tarro (professore a Philadelphia e presidente della fondazione de Beaumont Bonelli per la ricerca sul cancro e attualmente impegnato in lavori sull’immunoterapia) all’oncologo Paolo Lissoni del san Gerardo di Monza, noto per le sue 600 pubblicazioni sulle proprietà antitumorali della melatonina. Verranno esposti i risultati dell’immunovaccinoterapia sui malati di cancro renale metastatico (ai quali la chemioterapia non ha dato alcun beneficio) condotti dal gruppo congiunto università di Bologna e di Firenze (De Vinci, Capanna, Pizza, Lo Conte e Mazzarotto). La psichiatra Giusy Messina del Policlinico di Milano parlerà della psiconeuroendocrinologia, di come la prognosi del cancro è influenzata dallo stato psicologico e dalla dimensione spirituale del paziente.
Infine, Giuseppe Di Bella affronterà il ruolo fondamentale che hanno le molecole anti-proliferative (somatostatina e anti-prolattinici) nel fermare il cancro. E, oltre ai casi di tumore al seno guariti con il metodo Di Bella, illustrerà le regressioni di microcitomi polmonari, leucemie linfatiche croniche, leucemie mieloidi acute, carcinomi del pancreas e fibrosarcomi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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