Quando lo stress diventa una costante nella vita quotidiana, può trasformarsi in una vero killer per la salute. È ormai noto, infatti, che lo stress aumenti la possibilità di ammalarsi di malattie cardiache, anche molto pericolose, come infarti, ipertensione grave e via dicendo.
Un nuovo studio, condotto dai membri della Penn State e della Columbia University, mostra risultati interessanti: non sarebbe tanto la quantità di stress nell'arco della vita a minare la salute del cuore, quanto il modo in cui le persone reagiscono agli eventi stressanti.
Lo studio è stato pubblicato su Psychosomatic Medicine, la metodologia di ricerca utilizzata ha previsto che gli esperti arruolassero un campione di 909 persone, d'età compresa tra i 35 e gli 85 anni: attraverso interviste telefoniche quotidiane ed elettrocardiogrammi ripetuti, gli autori della ricerca hanno voluto mettere in mostra come via sia una relazione tra variabilità della frequenza cardiaca ed eventi stressanti quotidiani.
Lo studio ha voluto evidenziare che le persone con bassa variabilità della frequenza cardiaca hanno un maggior rischio di ammalarsi e di imbattersi in morte prematura per problemi di natura cardiaca.
Ma non è la quantità di eventi stressanti in sé a determinare una minore variabilità della frequenza cardiaca - e quindi un maggior rischio di malattie connesse al cuore e alla circolazione - bensì il modo con cui il singolo affronta tali situazioni. Maggiore è la reattività e la capacità di gestione degli eventi stressanti, minori le conseguenze negative.
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