Per molto tempo è stata la più frequente forma di cancro per le donne, ma negli ultimi anni la situazione è cambiata soprattutto nel mondo occidentale dove, grazie ai programmi di screening, il numero dei decessi continua a diminuire. In Italia, ogni anno, si registrano 2.300 nuovi casi in forma iniziale, mentre una donna su 10mila riceve una diagnosi di tumore alla cervice in stadio avanzato. L'utero è formato da due parti principali, quella superiore detta corpo e quella inferiore chiamata collo o cervice. La cervice uterina è suddivisa a sua volta in endocervice (più vicina al corpo dell'utero) ed esocervice (prossima alla vagina). Le cellule che la rivestono non sono uguali. Si parla, infatti, di cellule ghiandolari nell'endocervice e di cellule squamose nell'esocervice. Le stesse si incontrano nella cosiddetta zona di transizione e proprio qui originano la maggior parte delle neoplasie cervicali.
Uno dei principali fattori di rischio per il tumore della cervice è l'infezione da papilloma virus umano (Hpv) che si trasmette sessualmente. Un inizio precoce dell'attività sessuale e partner multipli possono incrementare la possibilità di sviluppare il cancro. Campanello d'allarme, altresì, anche per chi soffre di un'insufficienza immunitaria legata a diverse cause (Aids, trapianto di organo). Altri fattori sono il fumo di sigaretta, la presenza in famiglia di parenti strette con questa patologia, anche se non sono stati identificati i geni responsabili di una eventuale trasmissione ereditaria. Ancora una dieta povera di frutta e verdura, l'obesità e le infezioni da clamidia.
I tumori alla cervice vengono classificati in base alle cellule dalle quali prendono origine. Si avrà così il carcinoma a cellule squamose (80% dei casi) e l'adenocarcinoma (15% dei casi). Anche se meno comuni (3-5%) esistono forme di cancro che hanno origine mista e pertanto sono definiti carcinomi adenosquamosi. Inizialmente il tumore alla cervice è asintomatico o le manifestazioni possono dipendere da altre patologie non cancerose. Devono destare sospetti le perdite di sangue anomale (in seguito a un rapporto sessuale, tra due cicli mestruali, in menopausa), le perdite vaginali senza sangue e il dolore durante il coito. La diagnosi precoce è affidata ad attività di screening quali il Pap-test o l'Hpv test. Se vengono riscontrate anomalie, il medico potrà prescrivere ulteriori esami come la ricerca del Dna del virus del papilloma umano e la colposcopia.
Uno studio condotto presso il centro di ricerca King's College di Londra ha dimostrato che il vaccino dell'Hpv è efficace al 99,8% nella prevenzione dei tumori alla cervice uterina. Gli autori dell'indagine hanno analizzato 65 studi sull'argomento che hanno coinvolto 60 milioni di persone in otto anni provenienti da 14 diversi Paesi. Già in passato l'analisi fatta dal Sistema Sanitario di Edimburgo su donne scozzesi parlava di un'efficacia pari al 90%.
Gli esperti, dunque, sostengono che di questo passo la malattia sarà completamente sconfitta entro 80 anni. In Italia il vaccino che copre 9 ceppi di Hpv viene fornito gratuitamente alle bambine al compimento dei 12 anni e in molte regioni è offerto anche a donne di età maggiore.
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