Uno studio dimostra che lo stile di vita è decisivo nella comparsa dei tumori, ribaltando così la teoria della "sfortuna".
Secondo la ricerca choc, che era stata presentata alcuni mesi fa, chi è colpito da un tumore, in molti casi sarebbe stato solamente "colpito da sfortuna". Questa era l’opinione di ricercatori della Johns Hopkins School of Medicine, espressa con uno studio pubblicato su Science. Due terzi dei tumori secondo i ricercatori, sono imputabili a mutazioni genetiche (quindi “al caso”) piuttosto che a stili di vita sbagliati.
La ricerca aveva fatto scalpore, dal momento che ribaltava quei pochi punti fermi finora scoperti dalla scienza. Tuttavia, una nuova ricerca sembrerebbe ribaltare ancora una volta le carte in tavola: stando allo studio di un ateneo americano, infatti, se effettivamente la colpa fosse di queste mutazioni "random", ci sarebbero appunto meno casi di tumori di quelli attuali.
Per i ricercatori, lo stile di vita influirebbe al 90% sull'incidenza del cancro. A dimostrazione della tesi, che sposta l'ago della bilancia sul fattore ambientale, l'equipe avrebbe analizzato precedenti ricerche che mostravano come gli immigrati che si spostano da Paesi a bassa diffusione a Paesi, dove i tumori sono quasi un'epidemia, si ammalano con la stessa frequenza una volta trasferitisi. Questo, quindi, spiegherebbe che il fattore ambientale prevale su quello genetico.
Gli scienziati, tuttavia, avvertono che la scoperta vale solo per alcuni tumori: come quello dell'intestino (75%), della pelle (86%)
e della testa-collo (75%). Su questi fattori bisogna agire - aggiungono i ricercatori - per fermare l'avanzata del cancro. Lo studio è stato pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Nature.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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