Spetta alla Lega il record di assenteismo in Consiglio comunale. Il capogruppo del Carroccio, Matteo Salvini, si classifica ultimo come presenze durante le votazioni nel «Parlamento» di Milano. In tre anni ha partecipato in tutto a 396 votazioni su 1.817, cioè soltanto a una su cinque. Ben 1.421 in meno rispetto a Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio comunale, che dallinizio del mandato non si è perso un solo scrutinio. A diffondere i dati è stata la presidenza dellaula allindomani della polemica sul numero di delibere presentate dalla giunta, che aveva visto Salvini rimarcare che si lavora troppo poco, perché «alcuni assessori in tre anni si sono fatti vedere in aula solo tre volte».
Anche se il lumbard passa subito al contrattacco, affermando che «troppo spesso in Consiglio comunale si finisce per parlare di aria fritta. I problemi veri non si discutono in aula, ma si risolvono grazie al contatto diretto con i residenti. Piuttosto che venire a Palazzo Marino per ascoltare un discorso di unora e mezzo sulla pace nel mondo o sulle donne in Iran, preferisco occuparmi di giardini pubblici, residenze per anziani, parcheggi e altalene». Non la pensano così i 54 consiglieri (su 60) che hanno partecipato almeno al 50% degli scrutini. Nella top ten, oltre a Palmeri, ci sono altri sei esponenti della maggioranza: Pasquale Salvatore (Udc) con 1.779 presenze (il 98%), Gianfranco Baldassarre del Pdl, a quota 97%, Leone Talia (89%), Claudio Santarelli della Lista Moratti (88%), Carlo Fidanza e Paolo Gradnik (entrambi 87%). Mentre nelle file dellopposizione si sono distinti per «presenzialismo» il capogruppo dei Verdi, Maurizio Baruffi, Andrea Fanzago del Pd (entrambi all87%) e Basilio Rizzo, capogruppo della lista Fo (86%).
Tre invece gli esponenti del centrodestra finiti in fondo alla classifica: Giovanni Bozzetti (32%), Stefano Di Martino (47%) e Giovanni Pezzimenti (52%). Anche se più spesso a saltare le sedute è la minoranza: il più assenteista è Giovanni Colombo del Pd (40%), seguito da Emilia Bossi della lista Ferrante (42%), Ettore Martinelli (47%), Francesca Zajczyk (51%), Davide Corritore (51%) e Carlo Montalbetti (55%). Tre esponenti della sinistra invece sono in testa come numero di mozioni sottoscritte: al primo posto cè Basilio Rizzo della lista Fo a quota 188, seguito da Vladimiro Merlin, capogruppo di Rifondazione, a 163, e Maurizio Baruffi, alla guida dei verdi (160). Mentre i meno attivi risultano Giovanni Bozzetti (9), Giovanni Pezzimenti (16) e Camillo Pennisi (17). Difficile comunque che anche in futuro possa essere battuto il record positivo di Palmeri, che ha presieduto il Consiglio anche quando, nel dicembre scorso, è nata la sua seconda figlia Francesca. «Per me partecipare alle votazioni è frutto di dovere e responsabilità - osserva il presidente -, è un comportamento naturale che nasce dalla consapevolezza del ruolo di democrazia diretta svolto dal "parlamento" cittadino». E aggiunge Palmeri: «Va anche ricordato che il Consiglio ha già esaminato il 97% delle delibere, cioè 250 su 259, e che delle restanti nove, cinque hanno già terminato la fase istruttoria».
E se Palmeri spiega di ritenersi comunque fuori classifica, il primo posto spetta in un certo senso a Pasquale Salvatore, per il quale «il modo più corretto di rispondere agli elettori è lavorare bene e in ogni momento. Lassidua presenza alle sedute del Consiglio è sempre proficua». E a proposito di Salvini osserva: «È vero che è anche europarlamentare, ma a mio avviso chi fa politica deve fare delle scelte. Io preferisco vivere in modo intenso la mia attività di consigliere». Mentre per Baldassarre, al terzo posto nella top ten dei virtuosi, «non bisogna stupirsi del fatto che alcuni consiglieri partecipino in modo costante, ma piuttosto che alcuni assessori vengano raramente e solo quando devono illustrare le loro delibere».
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