Sanità, nuovo buco di 5,5 miliardi

da Roma

Una manovra 2007 da 35 miliardi di euro, per portare il deficit pubblico sotto il 3% (per la precisione al 2,8%) del pil. Queste cifre sarebbero contenute nel Dpef che il Consiglio dei ministri approverà venerdì. Fonti del ministro dell’Economia confermano che i conti di quest’anno stanno andando meglio, ma sul bilancio incombe uno sforamento della spesa sanitaria che le Regioni valutano in 5 miliardi e mezzo di euro. Tutto questo, mentre la Commissione europea considera «non appropriato» parlare adesso di un rinvio al 2008 della scadenza entro cui l’Italia deve portare il deficit pubblico sotto il 3%.
«Non abbiamo mai preso in considerazione l’ipotesi del 2008 - dice Amalia Torres, portavoce del commissario Joaquin Almunia - e se la scadenza del 2007 non sarà rispettata, si dovrà passare ad un nuovo stadio della procedura per deficit eccessivo». Finora, conferma la Torres, da parte del governo italiano non è giunta alcuna richiesta di slittamento al 2008. Lunedì e martedì prossimi, a Bruxelles, il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa illustrerà alla Commissione e ai colleghi europei il Documento di programmazione economica e finanziaria fresco di stampa. Secondo anticipazioni, il Dpef indica una previsione di deficit 2007 al 2,8%, rispettando così il percorso di rientro concordato con Bruxelles: per raggiungere questo obiettivo, la prossima legge finanziaria dovrebbe prevedere una manovra correttiva pari a circa 35 miliardi di euro. La stima di crescita economica per l’anno prossimo è fissata all’1,5%. Confermato anche il taglio del cuneo fiscale, ma forse in due anni anziché in uno soltanto.
Durante le riunioni di Bruxelles, il ministro dell’Economia illustrerà anche la situazione dei conti pubblici italiani, sulla base degli ultimi dati che indicano un buon miglioramento. Per quanto riguarda quest’anno, fonti del Tesoro confermano che, dopo il successo dell’autotassazione di giugno, «le cose sembrano andare meglio». Il mese scorso ha fatto registrare un avanzo di cassa di 12 miliardi di euro (contro i 4,3 miliardi del giugno 2005). Nella prima metà dell’anno, il fabbisogno è giunto a 35,6 miliardi contro i 50,6 miliardi dello stesso periodo del 2005: un miglioramento di 15 miliardi. Inoltre, giungono segnali positivi anche sul fronte dell’economia reale. Messi insieme, questi due elementi fanno pensare che il deficit di quest’anno possa attestarsi sul 4%. Un livello molto vicino al 3,8% previsto da Giulio Tremonti. E comunque inferiore al minimo della «forchetta» 4,1-4,6% stimata solo un mese fa dalla commissione Faini.
Ma sui conti pubblici incombe la minaccia di un nuovo «buco» che riguarda la Sanità. Incontrando ieri i rappresentanti delle Regioni a palazzo Chigi, Padoa-Schioppa ha confermato l’entità della manovra 2006-2007 in circa tre punti di prodotto interno lordo, una quarantina di miliardi di euro: due punti per la correzione dei conti pubblici, un punto per il rilancio dello sviluppo (in sostanza, per la riduzione del cuneo fiscale a favore delle imprese, ma non è ancora chiaro se in uno o due anni). Cifre che il Tesoro metterà nero su bianco nel Dpef, senza modifiche nonostante il buon andamento dei conti 2006. La prudenza del ministro dell’Economia deriva anche dai dati sulla spesa sanitaria, discussi nell’incontro con le Regioni. Lo sforamento del budget sanitario 2006 è di «almeno 5 miliardi e mezzo di euro», ha confermato il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro. I «governatori» hanno chiesto al governo un rifinanziamento del Fondo sanitario per poter garantire i livelli essenziali di assistenza. Le Regioni hanno inoltre presentato a Prodi la proposta di un «Patto per lo sviluppo».


Padoa-Schioppa non prevede invece di modificare il piano del governo Berlusconi sulla strategia di Lisbona, «piano che per noi - spiega il ministro - è un punto di riferimento utile e coerente con quanto abbiamo iniziato a fare».

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