Milano - E' uno scenario in controtendenza quello prospettato dall'Osservatorio ICT in Sanità del Politecnico di Milano, che ha presentato oggi a Bologna a Exposanità i suoi ultimi dati. Nel prossimo triennio una struttura sanitaria su tre aumenterà gli investimenti in tecnologia del 20% rispetto a oggi, a dispetto della generale contrazione della spesa in innovazione che caratterizza il nostro paese. "L’investimento in nuove tecnologie è oggi una delle poche leve che consente di migliorare la qualità dei servizi sanitari riducendone al contempo i costi. La spesa pubblica nel settore della sanità continua a crescere e si prevede che nel 2025 raggiungerà l'11% del pil nazionale. In queste condizioni le regioni rischiano il crac, a causa dei costi troppo alti per gestire ospedali, medicinali e Asl", dichiara infatti Mariano Corso, responsabile dell'Osservatorio Ict in Sanità del Politecnico di Milano, che da tre anni monitora l'avanzamento di progetti informatici innovativi e utili ai cittadini nel panorama sanitario italiano.
Professor Corso, quali trend emergono dalla vostra ricerca?
"L'Osservatorio ha analizzato oltre 200 tra ospedali, Asl, case di cura, cliniche, istituti di ricerca e fondazioni. Nei prossimi anni il 32% delle strutture sanitarie italiane aumenterà la spesa in innovazione informatica di oltre il 20% rispetto al triennio scorso. In media la spesa annuale passerà dall'1,9 milioni di euro del 2009 ai 2 milioni del 2010 (+6%). L'investimento in nuovi progetti nello stesso periodo crescerà da 1 a 1,2 milioni di euro (+17%)."
Come possono essere contenuti i costi della sanità senza penalizzare la qualità del servizio?
"Il contrasto tra servizi di qualità e contenimento dei costi si risolve innovando, usando bene le nuove tecnologie: i medici devono potersi scambiare informazioni in rete, via internet i pazienti devono poter consultare la documentazione residente negli archivi degli ospedali, dei medici di base e degli specialisti. Le prescrizioni devono essere diffuse e archiviate in formato elettronico, in modo da essere facilmente trasferite. Digitalizzare i documenti significa avere minori costi e un più elevato livello di controllo e di sicurezza. La cartella clinica digitale vorrà dire integrare e mettere in rete dati e referti del paziente ricoverato in ospedale. In senso ancora più ampio si deve andare verso il fascicolo sanitario elettronico, ovvero digitalizzare e rendere disponibile in modo sicuro le informazioni relative alla salute di ogni cittadino, dalla nascita."
Tremonti vuole contenere la spesa sanitaria a fronte delle richieste di Bruxelles. Cosa ci si aspetta dalla prossima manovra al vaglio del governo?
"Quella per la sanità è una componente estremamente importante della spesa pubblica su cui la manovra da 25 miliardi annunciata dal Governo dovrà incidere in modo rilevante. Non si tratta d’altra parte di una necessità contingente: senza una azione strutturale il nostro sistema sanitario rischierebbe di diventare difficilmente sostenibile. Già oggi la sanità rappresenta oltre l’80% della spesa regionale e si prevede che arriverà nel 2025 all’11% del pil. Se si vuole evitare limitare l’aumento della fiscalità, bisognerà agire fin da subito con rigore per evitare di dover intervenire a posteriori con i conti delle Regioni fuori controllo, quando l’unica alternativa diventerebbe un drastico taglio alla qualità dei servizi. Le opportunità per fare efficienza ci sono: dalla chiusura degli ospedali più piccoli e inefficienti, alla razionalizzazione della spesa farmaceutica, all’uso delle nuove tecnologie per decentrare le cure dall’ospedale al territorio. L’importante è che il taglio della spesa non si traduca invece in una ingiusta penalizzazione di chi gestisce bene le risorse e fa innovazione. L’esempio delle Regioni più virtuose insegna che l’innovazione e l’uso razionale delle risorse si traducono in migliori servizi per i cittadini. La chiave di volta è dare la possibilità a chi ha competenze e iniziativa di fare innovazione e poi riconoscere e diffondere le migliori pratiche."
La sanità online decentra il servizio sanitario dalla struttura ospedaliera al territorio. Che vantaggi ci sono?
"Grazie ad una accessibilità in rete delle informazioni, sarà possibile spostare sempre più i servizi dall’ospedale al territorio. Esiste in Italia un problema oggettivo: la popolazione invecchia e ha bisogno di un grado assistenza sempre più elevato, a cui oggi si risponde solo attraverso gli ospedali. Ma il ricovero ospedaliero di pazienti anziani o cronici è antieconomico e altamente inefficace dal punto di visto della qualità della vita del paziente. Occorre in questi casi potenziare l’assistenza domiciliare e la telemedicina. Anche altri servizi sanitari rivolti al cittadino vanno decentrati: per prenotare prestazioni sanitarie di ogni tipo, per archiviare, consultare, stampare, pagare e informarsi bisognerebbe poter accedere a sportelli automatizzati aperti 24 ore su 24.
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