«Quando labbiamo bloccato allinterno della basilica, ci ha pregato di lasciarlo andare e di non chiamare i carabinieri. Sosteneva di essersi addormentato e di non essersi accorto che, nel frattempo, la chiesa era stata chiusa...Figuriamoci! Allora gli abbiamo mostrato il piede di porco che aveva nascosto proprio dietro quel confessionale dove diceva di essersi appisolato. E solo allora si è calmato, si è seduto su un banco con laria sconsolata di chi lha fatta grossa ma ormai è in trappola. E, allarrivo dei militari, li ha seguiti docilmente, senza fare storie».
Padre Stefano, 78 anni, è il vice priore dei frati Domenicani della basilica di Santa Maria delle Grazie, la chiesa più visitata di Milano (anche più del Duomo) perché i turisti che si recano ad ammirare lattiguo Cenacolo vinciano raramente non fanno una puntatina in chiesa. Sono stati tre suoi confratelli giovedì sera a bloccare luomo che, ormai da diversi mesi, agiva impunito in chiesa scassinando le cassette delle offerte e impossessandosi dei contanti. Il ladro si chiama Pino Napoli, ha 54 anni ed è cagliaritano di Elmas. E, anche se i frati negano decisamente, secondo i carabinieri in unoccasione, il 26 giugno, si sarebbe portato via addirittura 5mila bigliettoni, euro più euro meno. Senza contare il «malloppo» racimolato durante altre due blitz tra maggio e giugno. E, naturalmente, quello che contava di mettere a segno giovedì sera, quando è stato scoperto e bloccato.
«Tutto merito dellallarme sonoro che abbiamo installato da settembre, dietro suggerimento dei carabinieri - spiega padre Stefano -. Prima avevamo solo la videosorveglianza. Ma quel tipo lo sapeva. E, per non farsi riprendere dalle telecamere, infilava la testa nel maglione, scassinava la serratura dellingresso principale e riusciva sempre a scappare».
Giovedì sera è andata diversamente. Erano alcuni mesi, dopo i tre colpi messi in fila tra maggio, giugno e luglio che Napoli non si faceva vedere a Santa Maria delle Grazie. Intorno alle 19.30, come al solito il ladro si è fatto chiudere nella basilica, ha aperto le cassette delle elemosine e ha fatto incetta di quattrini. Quando ha tentato di andarsene, scassinando il portone, però, lallarme - una sirena fortissima che aziona anche le luci di tutta la chiesa - ha fatto il proprio dovere.
«Dopo cena, stavo recitando i vespri, quando ho sentito il trambusto dellallarme e, insieme ad altri tre confratelli, ci siamo precipitati in chiesa - spiega padre Stefano -. Non abbiamo avuto dubbi: anche se in volto, naturalmente, non lavevamo mai visto, quel tizio che si aggirava in chiesa con laria impaurita era proprio il ladro che ci aveva fatto visita in primavera: stesso modo di camminare, stessa aria dimessa. Continuava a ripetere di essersi addormentato dentro un confessionale nel quale si era seduto a pregare. Noi gli abbiamo fatto notare che i confessionali erano tutti chiusi e che poteva essersi nascosto solo in una cappella di cui aveva scavalcato la balaustra...
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