La Sardegna secondo Antonella

A ntonella Corda è una giovane donna dallo sguardo apparentemente fragile ma dall'anima di ferro. Arriva da una famiglia di viticoltori (gli Argiolas, tra i più noti dell'isola), è cresciuta con l'amore per la sua terra di Sardegna e per il lavoro. Qualche anno fa decide di trasformare una piccola azienda di famiglia (a Serdiana, nel cagliaritano: quaranta ettari di qui quindici di vigneto e una dozzina di oliveto) in una «boutique winery» con una piccola carta di vini sardi di eccellenza. Anni dopo una piccola degustazione a Milano delle sue etichette ci ha dimostrato che il progetto è decisamente a buon punto.

I vini Corda sono territoriali, identitari eppure contemporanei (anche nelle eleganti etichette), riassunti in un claim («di madre in vigna») perfetto, così arcaico e femminile. Il sistema vitivinicolo si avvantaggia di concimazioni organiche, di azioni di lotta integrata e di sistemi di irrigazione sostenibili. I vigneti sono due: il Mitza Manna, sei ettari a duecento metri sul livello del mare, vocato per i vitigni bianchi come il Vermentino e il Nuragus. E il Mitza S'ollastu, dal fondo sabbioso e argilloso che dona soprattutto al Cannonau una grande personalità.

Abbiamo assaggiato un Vermentino di Sardegna (annata 2017) palpitante e fresco ma anche pieno e morbido, forse appena un po' banale. Un Nuragus di Cagliari (sempre 2017) di sorprendente sapidità, scalpitante come un monello.

E infine un Cannonau di Sardegna (stavolta 2016) che rinuncia a spingere sul vigore e su un'alcolicità comunque pronunciata per giocarsela sul terreno della delicatezza. I tannini sono morbidi come un tappeto persiano sotto i nostri piedi nudi. Prima, al naso, aromi speziati di pepe bianco. La Sardegna che ci piace, sofisticata e silenziosa.

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