La satira malriuscita Che pena il Travaglio da fotoromanzo sul Fatto

Il giornalista si ricicla attore e interpreta un Hannibal Lecter scopritore di Bunga bunga

La satira malriuscita  
Che pena il Travaglio 
da fotoromanzo sul Fatto

Marco il «narcizialista», nuovo genere giornalistico mol­to cool che mescola il volto da du­ro contro i cattivoni e il volto del suo titolare in tutte le salse e in ogni dove. Dopo la copertina in jeans e camicia bianca (il Baricco del giornalismo? Il Franzen in ba­gna cauda?) su Vanity Fair , tem­pio del fighettismo cultural-pati­nato, dopo i tour teatrali a firma­re autografi, le mille interviste su se stesso (lui e Montanelli... sia­mo alla centonovesima volta che lo racconta), l’imitazione di Bat­tiato per La7 , stavolta ci tocca il Travaglio in versione fotoroman­zo, sul Fatto di lui medesimo,nel­l­’inserto che lui medesimo ha ap­paltato al vignettista Disegni fa­cendo fuori il precedente gruppo di Telese & co.

Arrivati a questo punto siamo pronti- con un brivi­do di terrore- per l’uscita di«Cot­to e sputtanato» ovvero le ricette di Marco a puntate su Cucina mo­derna , quindi «I viaggi del Trava­glio » (mete intelligenti ed equidi­stanti sia da Arcore che da Fassi­no) in allegato con Dove ,un’inter­vistona esclusiva su Rakam per capire chi e come gli cuce le cami­cie per i monologhi ad Annozero , l’attesa inchiesta su come e dove fa shopping un giornalista libero (in preparazione per Elle ) e poi la nuova rubrica di consigli d’amo­re su Mani di fata ( titolo: «Il Trava­glio del cuore»). Però questo colpo basso non ce lo aspettavamo, almeno prepa­rarlo dalla prima pagina, non co­sì a tradimento nell’inserto che dovrebbe far ridere.

Il vicediretto­re si è fatto ingaggiare dai curato­ri del dorso satirico da lui ingag­giati, ingaggiando una lotta con il buon gusto. Travaglio potrà sten­dere chiunque con i suoi editoria­li storpia-nomi ma di fronte al suo immane narcisismo non può che capitolare (ma chi vince­rà tra lui e Saviano?). L’Amedeo Nazzari del Fatto si pavoneggia come una star delle ragazzine ge­nere Borromeo ( quelle che si divi­dono tra inchieste coraggiose e show room di Rocco Barocco) per la geniale trovata di Stefano Disegni curatore del Misfatto , quella di usare lo stesso Trava­glio per la parte di un Hannibal Lecter arrapato. La cosa dovreb­be farci piegare dal ridere, e in ef­fetti ci è voluto del tempo per ri­prenderci dall’irresistibile urto comico. Se avesse una punta di tette farebbe anche l’annunciatri­ce, come diceva Biagi a proposito di Berlusconi,l’uomo a cui Trava­glio deve davvero tutto (altro che Montanelli).

Il narcizialista Marco va forte nei sondaggi. Quello di Gleednei­talia, «sito di incontri extraconiu­gali », dice che «Marco Travaglio è il giornalista più desiderato dal­le donne infedeli italiane» (41%), molto avanti anche a Massimo Giannini di Repubblica ( secondo con 23%) e Francesco Giorgino del Tg1 (terzo, 17%). Le donne cornificatrici italiane trovano Tra­vaglio «uno splendido quaran­tenne ».

Lui gongola e si autosti­ma da matti, mentre loro si imma­ginano erotici simposi con Mar­co il narcizialista che affibbia no­mignoli sagaci alla partner di tur­no, incastrandola con le carte del­la Procura. Ma si sbagliano, il nar­cizialista si sta solo preparando per la prossima copertina da di­vo.

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