Alla sbarra per tre candele, lo salva il parroco

Prima l’arresto, poi il processo. La sua colpa? Quella di essersi impossessato di tre mozziconi di candela, portandoli via dalla chiesa. Così, con l'accusa di furto, nei giorni scorsi è comparso davanti al giudice che alla fine, grazie alla testimonianza del parroco, l'ha assolto. I fatti risalgono al 9 gennaio 2008, quando Mohamed, un giovane magrebino, esce dalla chiesa di San Giovanni Evangelista, a Sumirago nel Varesotto, portandosi dietro quello che rimaneva di tre ceri prelevati davanti a un altare. Il giovane viveva in una casa fatiscente, senza luce, e le candele gli servivano per non rimanere al buio. Coincidenza vuole che mentre lui «ruba» i ceri, un altro extracomunitario sta bussando alla porta del parroco che viene aggredito e derubato di 100 euro. Due episodi che i carabinieri intervenuti dopo l'allarme hanno sempre legato, a torto, fra loro. Mohamed, che viene fermato, non ha nulla a che fare con l'altro marocchino e inutilmente , protesta la propria innocenza. Rinviato a giudizio, è comparso l'altra settimana in tribunale a Gallarate; il giudice ha chiesto al parroco, chiamato come testimone, di «identificare» il bottino.

«Conosco l’imputato - spiega il prete - è un bravo ragazzo al quale più volte ho donato delle candele per illuminare la catapecchia in cui viveva». E così, finalmente, il «ladro» Mohamed è stato assolto con formula piena.

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