La Scala in formato celluloide

Melodramma e cinema si sopportano a malapena. Il cinema, si sa, ha rubato pubblico al caro e vecchio teatro d'opera: fino a un secolo fa, il centro d'aggregazione per eccellenza della città, ed ora stretto nella morsa della competizione con le varie forme di spettacolo fiorite nel frattempo, il cinema per esempio. Corsi e ricorsi della storia. Perchè accade che il teatro leader d'Italia, e fra quelli di punta al mondo, la Scala, per una serata ospiti il cinema. Appuntamento per stasera, alle ore 20.
Nella buca troveremo l'Orchestra Filarmonica della Scala, e in palcoscenico nessun cantante o strumento, ma lo schermo per riprodurre una pellicola storica. Quella del film muto Metropolis, capolavoro di Fritz Lang con la colonna sonora di Gottfried Huppertz eseguita dal vivo dalla Filarmonica scaligera diretta da Frank Strobel. Un film nato durante i Ruggenti anni Venti, nell'Europa scossa dal primo conflitto mondiale, ormai nelle mani di dittature d'ogni colore e affascinata dal gigante d'oltre Oceano, gli States. A solleticare l'idea di ritarre una metropoli fu l'impatto con New York e il suo fascinoso skyline'. Così Lang progettò un film su una città e società del futuro. Ne traeva un filmone con 35mila comparse, 600mila metri di pellicola. E soprattutto, al costo di 50 milioni di marchi: cifra astronomica, soprattutto per una Germania in lenta fase di ripresa, a un passo del tracollo finanziario derivato dalla crisi 29. La casa di produzione cadeva in bancarotta, la pellicola non soddisfaceva del tutto ma ebbe il merito di seminare spunti raccolti dal cinema di poi. Il film veniva rimaneggiato, snellito, declinato in diverse versioni. Quella che si vedrà alla Scala è quella più vicina all'originale dal momento che include pure i venti minuti di girato smarriti e solo da poco ritrovati a Buenos Aires. Strobel, stasera sul podio della Filarmonica, è una figura di riferimento nella riscoperta della musica per film. Lui ha ricostruito la partitura di film leggenda come La Corazzata Potemkin e Alexander Nevski di Ejzenstein o Tempi moderni e Il monello di Chaplin.
Nel teatro che per una manciata d'anni fu vicario della Scala, gli Arcimboldi, sta per partire una mini rassegna di concerti estivi con l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali. Repertorio centrato sui classici del Romanticismo, nella sua fase centrale fino alla coda d'autunno di Brahms. Si ascolteranno autori come Liszt, Mendelssohn, il russo Cajkoskij. Si parte martedì (ore 21) 7 di chiude il 26 giugno. Colonna portante è il complesso milanese dei Pomeriggi, sul podio si alternano il direttore emerito Aldo Ceccato, all'inaugurazione di martedì con un solista strepitoso come il violocellista Enrico Dindo. Un'occasione per poter ascoltare l'appassionata ouverture fantasia Romeo e Giulietta - brano da annoverarsi fra i più importanti del compositore - che traduce il dettato shakespeariano rivivendolo con struggente sentimento e forte emotività.
Sabato 11 giugno, sarà la volta di Antonello Manacorda, direttore stabile dal 2006 al 2010, con Francesco Piemontesi al pianoforte per il Secondo Concerto di Brahms.
Riflettori su Andrea Battistoni (16 giugno): direttore scoperta del 2010, attesissimo per il suo debutto alla Scala nelle Nozze di Figaro: esordio da Guinness, considerato che Battistoni sarà il più giovane direttore a debuttare nel teatro milanese.

Riflettori poi orientari su un cornista di gran classe, Alessio Allegrini impegnato nel Primo Concerto per corno di Strauss. Chiusura con un quel monumento sinfonico che è la Sinfonia «dal Nuovo Mondo» di Dvorák. Congedo di rassegna il 26 con Ceccato e Giuseppe Albanese al pianoforte.

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