Scambia il codice a barre del decoder con quello del finocchio

La creatività degli italiani, si dice, non ha limiti. Se poi mettiamo insieme l’inventiva naturale di un meridionale con la pratica acquisita a Genova, nel caso il meridionale sia trapiantato da tempo all’ombra della Lanterna, ebbene, il risultato è un colpo di genio, un gesto artistico, un estro formidabile. Provare per credere, la notizia è di ieri: un insospettabile ingegnere trentunenne, originario di Taranto ma residente a Genova, è stato fermato da una guardia giurata all’Ipercoop «L’Aquilone» di Bolzaneto. Roba di sottrazione indebita o qualcosa di simile. Poi però, gratta gratta, si viene a scoprire che la faccenda non è andata in maniera così semplice, anzi. Dietro c’è tutto un lavorìo di cervello, un progetto ragionato, uno studio intenso che non lascia nulla all’improvvisazione.
Risulta che l’ingegnere in questione - che evidentemente deve aver messo a frutto anni di applicazione accademica e professionale - ha cercato di trafugare un decoder televisivo del costo di 169 euro, sostituendo l’etichetta-codice a barre del marchingegno elettronico con il codice a barre di un finocchio. Sì, un tipico finocchio nostrano, tenero e saporito, del costo di 65 centesimi di euro, prelevato direttamente dal banco-frigo delle verdure. Compiuta con destrezza l’operazione, l’ingegnere si è recato alla cassa automatica fai-da-te (di quelle in uso da qualche tempo nei supermercati per limitare le code) e ha passato il decoder sotto il lettore ottico della cassa per la ratifica del prezzo. Detto fatto: lo scontrino ha ufficializzato i 65 centesimi, con tanto di «Grazie di aver scelto questo prodotto. Arrivederci a presto, tornate a trovarci».
Ecco, dev’essere stato quel sorriso ironico, che si è materializzato all’improvviso sulla bocca, a tradire l’ingegnere ingegnoso-ma-non-troppo: tanto trionfalismo, tanta smorfia trasgressiva - che significa: «T’ho fregato, son fiero e son contento!» - non è passata inosservata a un addetto alla sicurezza. Che è intervenuto con discrezione, ha fermato l’uomo, e gli ha contestato il furto con dolo.

Il caso è finito in procura, con la condanna (al divieto di dimora a Genova e provincia) del giovane ingegnere. Creativo sì, ma anche un po’ micco. In fondo, bastava non riderci su, per avere la soddisfazione di collegarsi alla pay tv al costo di un finocchio.

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