Scandalo intercettazioni Blair padrino segreto di Rupert Murdoch

Nuove rivelazioni sui legami del tycoon australiano: l’ex premier ha sempre taciuto sullo scandalo intercettazioni. E ora si scopre che battezzò la figlia del magnate. La moglie dell'editore a Vogue: "La mia Grace in braccio a Tony". Il leader laburista fu fatto sparire dalle foto della cerimonia

Scandalo intercettazioni 
Blair padrino segreto 
di Rupert Murdoch

«È uno che dice tutte le cose giuste, ma non è ancora tempo di calare le braghe». Col fiuto di un vero Squalo, Rupert Murdoch capì al primo incontro - era il lontano 1994, testimone il direttore del Sunday Times Andrew Neil - di che pasta era fatto Tony Blair. Da allora l’endorsement delle corazzate editoriali del magnate australiano, dal Times al Sun al defunto News of the World, ha contribuito a rendere Blair il premier laburista di maggior successo della storia. Eppure Murdoch non ha «mai calato le braghe» nei confronti del suo pupillo. Piuttosto il contrario. Il grande statista «rosso» - che dello Squalo diceva: è un outsider, ha le palle - da ieri è ridotto al ruolo di «Godfather top secret», di padrino in incognito, dopo le rivelazioni della chiacchierona signora Murdoch. Wendi Deng ha raccontato in un’intervista rilasciata a luglio e in uscita su Vogue ottobre che l’ex primo ministro britannico ha battezzato la loro primogenita Grace, 9 anni (una dei sei figli di Murdoch) alla vigilia della scorsa Pasqua durante una cerimonia sulle rive del Giordano. Peccato che dell’evento non ci sia nessuna foto e che al tempo del battesimo, a cui era presente anche la regina Rania di Giordania, erano stati rivelati alla stampa i nomi degli attori Nicole Kidman e Hugh Jackman come padrini spirituali della ragazzina e della sorella Chloe, otto anni.
Per i predatori a caccia dello Squalo e per i nemici del premier, sempre più numerosi in patria, è la prova definitiva di un rapporto improprio fra l’editore più potente del mondo e il primo ministro laburista che ha guidato le sorti del Regno Unito per tre mandati consecutivi. È il simbolo delle connivenze tra Downing Street e News International, il braccio mediatico di Murdoch in Gran Bretagna, finito nella polvere dopo le accuse delle intercettazioni illegali ai danni di vip e sconosciuti. È il segno che lo Squalo ha saputo difendere i propri affari mentre Tony Blair e la politica «calavano le braghe».
Gli indizi di questa «relazione pericolosa» sono sempre più numerosi. Ieri la stampa britannica ricordava la telefonata che Blair avrebbe fatto a luglio (la notizia non è mai stata confermata dai diretti interessati), al suo predecessore Gordon Brown, nel pieno dello scandalo intercettazioni sul News of the World per chiedergli di mitigare i giudizi negativi sulla vicenda. Ma le prove dell’intreccio sono ben più numerose e forse anche più compromettenti. Blair è definito da Wendi «uno degli amici più stretti di Murdoch». E infatti l’ex premier pare non muovesse un passo, durante il suo mandato, senza il consenso di Mister Murdoch. L’ex capo di governo, non solo partecipava a feste e cene con la famiglia del magnate e con la sua pupilla Rebekah Brooks, ma lo riceveva spesso a Downing Street a braccia aperte e flash spenti (Murdoch ha raccontato alla Camera che entrava dal retro, perché così gli chiedeva il primo ministro) ed è ormai accertato - il governo lo ha ammesso dopo aver tentato per quattro anni di insabbiare la notizia - che nei nove giorni precedenti l’ingresso della Gran Bretagna in guerra contro l’Irak, Blair sentì al telefono l’amico Rupert almeno tre volte per avere il via libera e l’appoggio dei suoi giornali.
Nulla di nuovo sotto il sole. Il copione si è ripetuto da Margaret Thatcher - prima grande beneficiaria dell’appoggio di Murdoch - fino a David Cameron che ha scelto, per poi cacciarlo, l’ex direttore del News of the World, Andy Coulson come suo addetto stampa.


La faccenda del padrino ora fa ancora più effetto. Troppa omertà da parte dei due protagonisti. Troppo forte il richiamo a De Niro e Al Pacino. E il finale più impietoso per i potenti di Downing Street, finiti tutti col calare le braghe.

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