La sua non è la solita evasione. Lui, infatti, ha appena 12 anni. Ad arrestarlo, alla fine di febbraio, erano stati i poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro perché, tra lagosto e il dicembre scorso, con i suoi amici-complici, aveva messo a segno ben undici rapine a passanti. E si parla solo di colpi accertati che, in totale, raddoppiano e oltre arrivando sino a 25. Un quasi-bambino che, insieme a un 17enne e a due fratelli di 16 e 13 anni, sognava il film «Gomorra» e si riprendeva mentre impugnava armi, mostrando tatuaggi in bella vista per poi mettere tutto su Facebook con lorgoglio del baby-criminale. Un piccolo balordo che, dopo aver trascorso due giorni in una comunità terapeutica per minori a Genova, è fuggito e non si trova più.
Gli investigatori sospettano che la fuga del piccolo sia coperta dai genitori. Le famiglie dei ragazzi, infatti, sono sempre state a conoscenza dellattività criminale dei loro figli. Il sedicenne della banda, ad esempio, è figlio di un noto pregiudicato attualmente in prigione a Bollate per rapina e di una ex prostituta ed era già stato, proprio grazie alle «entrature» dei genitori, una vedetta in piazzetta Capuana per la nota famiglia Carvelli, i boss della ndrangheta di Quarto Oggiaro. «Sempre meglio che andare in giro a fare rapine come suo padre, che rischia la vita tutte le volte» aveva detto la madre alla polizia, in maniera palesemente ironica e provocatoria.
Anche il 12enne non proviene da una famiglia «immacolata». E i genitori, saputo della sua sparizione, hanno platealmente accusato il parroco della comunità che lavrebbe aiutato a salire sul treno. Un modo come un altro per allontanare da loro i sospetti.
Eppure la polizia per questo ragazzino sperava in un vero cambiamento di direzione.
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